ARCHIVIOSecondo furto in casa Cosentino: ma non era «protetto dai casalesi»?

admin27/01/2013
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2012/11/Cosentino_Nicola.jpeg

Cosentino Nicola

Non ci sono più le mezze stagioni, i ghiacciai si stanno sciogliendo e neppure i boss della camorra si sentono tanto bene: nel senso che manco loro sono più quelli di una volta. Prendi il terribile clan dei Casalesi e prendi, soprattutto, il loro principale sponsor politico-istituzionale, Nicola Cosentino: qualcuno oserebbe mai -a parte Roberto Saviano, Rosaria Capacchione e «schiene dritte» varie- far loro uno sgarbo?

 

Chi avrebbe il coraggio, trattandosi di gente che nella migliore delle ipotesi affida ai kalashnikov la soluzione dei problemi, di mettersi di traverso? I magistrati, certo, le forze dell’ordine, altrettanto certo. E noi «normali»? Figuriamoci. Invece che ti va a succedere nel cuore della capitale dell’impero criminale? Che qualcuno, di notte, si intrufoli nella sede della “Aversana Gas” e porti via dalla cassaforte qualcosa come ventimila euro. Embè? Altro che embè: l’Aversana Gas è l’azienda di famiglia di tale Nick ò ‘mericano, alias Nicola Cosentino, l’uomo che da almeno un lustro incarna il male in terra, è tanto potente e criminale, riesce talmente ad esercitare il controllo della vita democratica di un’intera nazione da far decidere un certo Silvio Berlusconi di cancellarlo dalle liste del Pdl in Campania.

Sarà mica una schiappa, allora, ‘sto Cosentino? Che razza di riferimento può mai essere per tipi sanguinari come i Casalesi un uomo cui entrano in casa di notte facendosi portare via una bella sommetta di danaro? Fosse stata la prima volta, ci sta pure che possa accadere: ma, in genere, se vai a metter le mani dove proprio non devi, non è che duri oltre le rituali quarantotto ore, tempo necessario per metter sotto sopra il territorio, trovarti e sistemarti per le feste. Invece in «casa» Cosentino i mariuoli sono entrati addirittura due volte: la prima, alcune settimane fa (lo racconta il sito www.casertace.net) quando ignoti penetrarono all’interno dell’edificio e portarono via ottomila euro. Dopo un po’ -e siamo all’altra notte- stessa storia, stavolta da ventimila. Si dirà: non vuol dir nulla, i ladri non sapevano che la Aversana Gas fosse dell’uomo che si è fatto garante del clan dei Casalesi presso le sedi politiche e parlamentari, mica tutti leggono Gomorra, la pubblicistica dell’antimafia professionale o seguono Travaglio in tv. Può darsi, nulla si può escludere: certo è, però, che la sede della società fondata anni fa dal padre di Cosentino di ritorno dagli Usa (di qui il nomignolo di Nick ò ‘mericano) non si trova in aperta campagna, dove pure le classiche bande di rumeni o slavi avrebbero avuto gioco facile, bensì in corso Umberto I, pieno centro di Casal di Principe.

Possibile? Possibile. Ora, se è vero ciò che ci insegnano da tempo gli specialisti della materia -che spesso hanno difficoltà a distinguere uno spacciatore da un sagrestano- che non ci sia un millimetro di territorio sfuggito al controllo delle bande criminali, chi mai avrà avuto lo stomaco di entrare nella stanza dei bottoni del crimine versione «colletti bianchi»? Un bel mistero, non c’è che dire.
E, dal momento che di cadaveri ritrovati nelle campagne all’interno di auto bruciate o di misteriose, improvvise sparizioni di qualcuno ancora non v’è traccia né denuncia, se ne deduce che Cosentino non valga proprio nulla come camorrista: se pensiamo che in qualche caso è bastata un’accidentale rigatura dell’auto del figlio di qualche boss per far scattare truculente vendette contro ignari malcapitati, c’è solo orrore nell’immaginare ciò che potrebbe accadere a chi ha osato rubare nel covo del capo dei capi. Vedremo. Forse.

E allora tutto torna e tutto si spiega, anche la zarzuela delle liste Pdl: Berlusconi non l’ha candidato perché non aveva più il controllo del territorio, non perché lo aveva. 
Nota di cronaca: sembra che uno dei ladri sia stato ripreso dalle telecamere di sorveglianza. Sul fatto indagano i carabinieri di Casal di Principe.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 27 gennaio 2013)

admin

Leave a Reply