ARCHIVIOTruffa, frode e appalti truccati: azzerata la giunta Pd di Benevento

admin09/01/2013
https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2013/01/Comune_Benevento.jpeg

 Comune Benevento

Strano destino quello dei leader politici beneventani: sono sempre colpiti da “obblighi di dimora” emessi dalla magistratura, ora fuori città, ora fuori regione. Successe a Sandra Lonardo Mastella circa tre anni fa, succede oggi al sindaco del capoluogo sannita Fausto Pepe (Pd), raggiunto proprio ieri da analoga misura conseguente alla bufera giudiziaria abbattutasi sul Palazzo. 

L’inchiesta della procura sannita, partita nel 2010 in seguito a denunce ed esposti presentati da un ex assessore, ha portato all’emissione di sedici misure cautelari a carico di altrettanti amministratori, funzionari pubblici ed imprenditori.

Oltre al primo cittadino, il gip ha accolto le richieste del pubblico ministero anche per l’attuale presidente del Consiglio comunale, Luigi Boccalone (Pd) e per l’ex assessore ai Lavori pubblici, Aldo Damiano (Pd): tutti e due sono stati colpiti da ordinanze di custodia cautelare in carcere. In totale il gip ha disposto cinque arresti in carcere, tre ai domiciliari ed otto obblighi di dimora nei confronti degli indagati. L’obbligo è stato disposto pure per Angelo Diana, Andrea Lanzalone, Roberto La Peccerella, Giuseppe Pellegrino, Andrea Scocca, Giuseppe Siciliano e Achille Timossi. La prescrizione per questi ultimi è di presentarsi in questura per indicare formalmente il luogo dove ciascuno di essi fisserà la propria abitazione.

I provvedimenti sono stati notificati sia a Benevento che nel casertano, precisamente a Casal di Principe e San Cipriano d’Aversa: tra i destinatari c’è anche Antonio Cavaliere, imprenditore edile e cognato dell’ex sottosegretario all’Economia ed ex coordinatore del Pdl campano, Nicola Cosentino. Sono invece finiti agli arresti domiciliari altri tre imprenditori beneventani, Silvano Capossela, Pietro Ciardiello e Luigi Tedesco.

L’operazione della Digos, coordinata dal pm Antonio Clemente, è stata chiamata “Mani sulla città”, dal titolo del film di Francesco Rosi. E, come nella pellicola neorealista interpretata da Rod Steiger, lo sfondo è rappresentato da un intreccio tra politica e imprenditori per la gestione degli appalti pubblici. Le accuse contestate rientrano nel novero di quelle «tradizionali» quando si entra nella sfera della pubblica amministrazione: concussione, corruzione, falso in atto pubblico, truffa aggravata e frode nelle forniture per opere pubbliche.

Secondo il procuratore della Repubblica di Benevento, Giuseppe Maddalena, le indagini hanno fatto emergere «uno spaccato criminale amministrativo davvero preoccupante, soprattutto dall’incrocio dei dati forniti, dalle dichiarazioni delle persone informate sui fatti, dalle intercettazioni telefoniche e dalla documentazione acquisita».

«Le indagini – continua Maddalena – hanno consentito di svelare un sistema di illegalità diffuso e di rilevare, nei comportamenti dei pubblici ufficiali, un vero e proprio “comitato trasversale di affari” che ha determinato un condizionamento e un inquinamento ambientale nelle procedure d’ufficio, con conseguenti riflessi sulla credibilità dell’ente comunale e delle sue risorse. I flussi di denaro provenienti dalle attività truffaldine accertate (di svariati milioni di euro), hanno rivelato uno scenario devastante circa la pervicace volontà di depredare le risorse pubbliche pur di raggiungere lucrosi interessi criminali».

«In definitiva – conclude il procuratore – le indagini hanno disvelato un vero e proprio sistema illegale che comprende il livello politico-amministrativo, il livello dirigenziale-tecnico, il livello imprenditoriale».

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 9 gennaio 2013)

admin

Leave a Reply