ARCHIVIOOtto arresti per i lavori del centro digitale della polizia

admin09/01/2013

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Dodici misure cautelari in tutto: quattro in carcere, quattro ai domiciliari ed altrettanti obblighi di dimora. Sono queste le risultanze del blitz scattato all’alba di ieri nei confronti di alti funzionari dello stato, manager ed imprenditori a vario titolo coinvolti nella delocalizzazione del Cen (Centro elaborazione dati nazionali della Polizia) dalla sede attuale alla reggia di Capodimonte.

Nel mirino della Finanza, su ordine della procura, sono finiti personaggi di peso dell’establishment locale e nazionale del ministero dell’Interno oltre a vecchie conoscenze dell’apparato burocratico del Provveditorato alle opere pubbliche, nonché esponenti di rilievo della galassia di Finmeccanica.

Si tratta dell’ex questore di Napoli, oggi prefetto, Oscar Fiorolli (domiciliari), dell’ex numero uno del Provveditorato di Campania e Molise, Mario Mautone (carcere) – già al centro dello scandalo “Global Service” che decapitò la vecchia giunta Iervolino sfiorando anche il figlio di Antonio Di Pietro, Cristiano-, del top manager del gruppo Finmeccanica Carlo Gualdaroni (carcere) ex amministratore delegato di Elsag Datamat, poi Selex Elsag, oggi confluita in Selex ES, e attuale amministratore delegato di Telespazio; del suo collega Francesco Subbioni (carcere); del consigliere Elsag Guido Nasta (domiciliari); del responsabile campano della medesima società Luigi De Simone (domiciliari); del mediatore Luigi Gentile (carcere); dell’amministratore del Gruppo Intini, Enrico Intini (domiciliari); dell’ex questore di Napoli e vice capo della Polizia Nicola Izzo (interdizione pubblici uffici) e del prefetto Giovanna Iurato (interdizione pubblici uffici). Per altre quattro persone (Roberto La Rocca, Fabrizio Zanela, Antonio Burinato e Paolo Gustuti) è scattato, infine, l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Disposto anche un sequestro di beni e valori per circa 50milioni di euro in capo alle società coinvolte, la Elsag Datamat spa ed Electron srl: il provvedimento riguarda le somme corrispondenti ai progetti al centro dell’indagine, misura che consentirebbe il recupero dei proventi acquisiti dalle società «illecitamente favorite dalle procedure di gara», come ha sottolineato in una nota ufficiale il procuratore aggiunto Rosario Cantelmo. Le accuse formulate, oltreché numerose, sono particolarmente pesanti: associazione a delinquere, corruzione, abuso di ufficio, turbativa d’asta, frode in pubbliche forniture, rivelazione del segreto d’ufficio e falso. Tutto ruotava attorno alle gare d’appalto per la nuova sede del Cen e del nuovo commissariato in zona Decumani, le relative forniture di macchinari e strumentazioni, considerati vecchi ed obsoleti dall’accusa, e i rapporti «incestuosi» tra i vertici del ministero e la rete di funzionari e manager interessati all’affare.

Secondo l’impianto accusatorio i due manager delle aziende legate a Finmeccanica, avvalendosi dell’apporto di collaboratori interni – soprattutto di Guido Nasta e di Luigi De Simone – attraverso l’intermediazione di Lucio Gentile, avrebbero «stretto relazioni affaristiche con esponenti istituzionali» come Mario Mautone e l’allora questore di Napoli, Oscar Fioriolli. 

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 9 gennaio 2013)

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