ARCHIVIOA Capodanno calano i botti, non gli imbecilli che li usano

admin02/01/2013
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Feriti di Capodanno  Tm NewsInfophoto 2

Il saldo «positivo» è soltanto sulla quantità. La qualità del bollettino di guerra, che accompagna i primi resoconti di cronaca all’indomani delle notti di S. Silvestro, è invece quella di sempre, con un’impennata verso l’alto non proprio entusiasmante: specie se nel calcolo vi rientrano i morti.

 

 
Ricapitoliamo. Il bilancio è di due vittime e 361 feriti: esattamente 200 in meno rispetto allo scorso anno (furono 561) ma, se si considera che il volume dei botti acquistati negli ultimi giorni ha subito un calo attorno al 25-30% per la minor disponibilità di danaro delle famiglie, ecco che la statistica inizia ad offrire chiavi di lettura meno rassicuranti. Senza dire, poi, che la stessa crisi ha favorito il commercio illegale dei fuochi, con prezzi più bassi e un’offerta sempre più larga: tutti dati che sfuggono al calcolo ufficiale e che, al tempo stesso, indicano un accresciuto rischio per la sicurezza a causa di un mercato fuori controllo nonostante le rituali mazzate inferte dalle forze dell’ordine.

La Campania, manco a dirlo, si conferma il luogo dove la tradizione di sangue è più forte. Sono infatti tutte e due campane le vittime: un ristoratore di 51 anni in provincia di Caserta, morto nel cortile del suo locale poco prima del cenone mentre predisponeva i fuochi, e un imprenditore 49enne del Beneventano centrato da un razzo in pieno volto. Circa un terzo dei 361 feriti in tutta Italia è campano: in tutto sono 107 le persone che hanno trascorso i festeggiamenti in ospedale. 
Napoli e la sua provincia fanno la parte del leone con ben 82 feriti: e qui non c’è solo la statistica a giustificare il dato (cioè l’alta densità abitativa) ma certe abitudini secolari dure a morire: le «migliori» invenzioni di settore in tema di ordigni e marchingegni bellici è, infatti, da sempre una delle tipicità territoriali. Nel Salernitano le cose sono andate un po’ meglio con 12 feriti (tra cui una bambina di 2 anni ad Eboli colpita ad una mano) così come ad Avellino con «appena» tre feriti. Nove i casi a Caserta (oltre al morto) e un solo ferito nella provincia di Benevento (dove pure c’è stata la seconda vittima). 

I minorenni, fascia d’età più sensibile a questo tipo di rischi, sono stati in tutto dodici. Il caso più preoccupante è di una bimba di 6 anni con le cornee ustionate dal fuoco d’artificio, come quello di un bambino di 5 anni che ha riportato bruciature sulla faccia e sul collo. 
Se il trend italiano guarda verso il basso in termini numerici, quello campano è di poco superiore all’anno scorso, con 82 feriti rispetto ai 73 del Capodanno 2012.

Più a sud, a San Costantino Calabro (VV) un 26enne di nazionalità rumena, è stato raggiunto alla spalla addirittura da un colpo di fucile sparato da chissà quale folle. Crotone è la provincia che ha fatto registrare il maggior numero di persone (in tutto quattro) costrette a far ricorso alla cura dei sanitari. 
I vari divieti sindacali (in Puglia, Sicilia e Sardegna) hanno funzionato a macchia di leopardo facendo registrare un bilancio di poco al di sotto della media precedente.
Caso classico, poi, a Milano città con un bimbo rom di 11 anni cui sono state amputate tre dita dopo che aveva raccolto il «tradizionale» petardo inesploso per strada.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 2 gennaio 2013)

(foto Tm News)

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