ARCHIVIOL’arte di Rosy Rox in permanenza a Sant’Elmo

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RosyRox

NAPOLI- Decretato poco fa il nome del vincitore della seconda edizione del concorso “Un’opera per il Castello”, al Sant’Elmo di Napoli. A salire sul podio è l’artista napoletana, classe 1976, Rosy Rox detta anche “la conturbante Rosy Rox” che si aggiudica la produzione dell’opera Tempo Interiore, che resterà in permanenza negli spazi dell’edificio.

 

 

Tempo interiore è un orologio “tagliente”, composto da tre lancette che sono tre diverse lame di coltello di diverse dimensioni, che verranno agganciate alla struttura originale del vecchio quadrante dell’edificio, riprendendo il tema di questa seconda edizione “Lo spazio della memoria – La memoria dello spazio”.

Scrive Rosy Rox nella presentazione del lavoro: “il progetto ripercorre simbolicamente la memoria del Castello. Crea un movimento circolare e tagliente, tra le ombre delle civiltà, nei confronti della diversità, della libertà di pensiero. Le lancette come passato presente e futuro si muovono in movimento circolare e caotico in senso orario e antiorario, creando una porta temporale che apre al percorso della coscienza e di infinite possibilità”.

La giuria ha scelto l’opera di Rox per “il valore artistico e per aver centrato e sviluppato il tema. L’opera, che dialoga in maniera critica con l’edificio monumentale di Castel Sant’Elmo, realizza una sintesi tra la storia e lo spazio preesistente attivando un originale sistema di segni all’interno delle Piazza d’armi”.

Oltre alla vincitrice, i dieci finalisti che saranno in mostra al museo sono Riccardo Beretta, Diego Cibelli, Raffaella Crispino, Raffaele Fiorella, Domenico Antonio Mancini, Giulia Manfredi, Valerio Rocco Orlando, Giuseppe Teofilo, Eugenio Tibaldi e Valentina Lapolla, che ha ricevuto una menzione speciale per il progetto Nuvole rosse che, “con un’asciutta istallazione sonora, riporta nel presente di Castel Sant’Elmo la memoria dimenticata della realtà industriale di Bagnoli”.

Il concorso, aperto a giovani dai 21 ai 36 anni che abbiano almeno una volta esposto in una fondazione, museo, galleria pubblica o privata, non ha vincoli di tecniche e medium espressivi, ma deve tenere conto proprio del genius loci del Castello e della sua storia, invitando lo spettatore a riflettere intorno al rapporto del contemporaneo con il passato specifico dell’edificio e della relativa storia di Napoli.
Exibart

Redazione Eolopress

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