ARCHIVIOCentri sanitari senza copertura assicurativa: troppe cause, situazione al collasso

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toga-con-stetoscopio

“La ‘legge Balduzzi’ non ha risolto il problema della medicina difensiva subito dai ginecologi italiani, ne’ ha ridotto l’aumento esponenziale di richieste di risarcimento danni da parte dei pazienti. Questo sta determinando la chiusura del mercato assicurativo, visto che il 25-30% delle aziende sanitarie italiane oggi non ha la copertura assicurativa, con percentuali che superano il 50% in Lazio e Campania“. A denunciare la situazione all’Adnkronos Salute e’ Vito Trojano, presidente dell’Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani (Aogoi), intervenuto Commissione parlamentare d’inchiesta sugli errori e i disavanzi sanitari per parlare dell’inchiesta sulle coperture assicurative in aziende sanitarie e ospedaliere.

 

“La medicina difensiva – spiega Trojano – innalza la spesa pubblica. La maggior parte dei medici infatti prescrive farmaci, esami e ricoveri per essere piu’ tranquillo dal punto di vista legale e professionale: cosi’ non si puo’ andare avanti. I contenziosi stanno aumentando a dismisura, i professionisti non riescono a svolgere serenamente il loro lavoro”.

Trojano imputa al provvedimento Balduzzi la mancata risoluzione del problema inerente la responsabilita’ professionale dei sanitari. “L’articolo 3 del decreto – sottolinea – e’ insufficiente per arginare il problema”. L’Aogoi in Commissione ha quindi avanzato alcune proposte “nell’interesse della saluta pubblica”. L’associazione chiede che una Commissione integrata con societa’ scientifiche identifichi tutte le pratiche sanitarie a elevato rischio di esito non ottimale, che si escluda ogni ipotesi di risarcimento danno in favore di persona con handicap per il solo fatto della nascita, allorquando l’handicap non e’ stato provocato, aggravato o non evitato dall’errore medico. Quindi che venga modificato l’articolo 3 del ‘decreto Balduzzi’ con l’eliminazione del concetto di ‘danno biologico’ e disciplinando invece ‘il danno liquidabile secondo equita”.

Infine, si chiede che venga resa obbligatoria l’assicurazione, anche per colpa grave, per tutte le strutture sanitarie dove si svolgono interventi chirurgici, pratiche sanitarie e diagnostiche ad elevato rischio di esito non ottimale.

Redazione Eolopress

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