Eccola la remota chiesetta di Santa Cecilia (nella foto), che ha dato il nome alla popolosa frazione ebolitana. Ma vi siete mai chiesti dove si trova, chi volle la sua costruzione e cosa è oggi?
Bene, noi che siamo attenti osservatori del territorio e cultori di storia locale siamo andati alla ricerca di questa prestigiosa struttura che, a quanto si racconta in città, resta abbandonata sulle sponde del fiume Sele.
Seguendo le indicazioni forniteci da alcuni coltivatori della piana del Sele e da studiosi di storia locale, tra cui l’illustre ed instancabile Francesco Paolo Abbinente, questa chiesa non è aperta al pubblico, nè può essere visitata… essendo proprietà privata dell’Istituto Orientale di Napoli. Cosa c’entra l’Università? Beh, gli ebolitani che conoscono la storia delle sue origini comprendono ciò di cui stiamo parlando e che inevitabilmente riporta ad un grande ed illustre concittadino, un personaggio di cui oggi il mondo ed in primis la città di Napoli si fa vanto: ci riferiamo al missionario Matteo Ripa, fondatore dell’ordine dei Padri Cinesi.
Ebbene, nonostante un cancello automatico impedisca l’ingresso al pubblico, basta addentrarsi lungo i campi che circondano l’immensa tenuta gestita dall’Università di Napoli, i cui terreni sono in gran parte affidati agli agricoltori locali, che pagano fior di quattrini per gestire un pezzo di questa vasta area terriera. Ma ciò che si è presentato ai nostri occhi va oltre ogni immaginazione…e ci chiediamo se mai la Soprintendenza ai Beni culturali conosca questo sito e ne abbia compres l’importanza, o meglio se l’Istituto Orientale (con i milioni di euro che annualmente percepisce dagli affittuari delle terre) ha mai pensato di ristrutturare e tutelare questo “bene” di inestimabile valore storico e culturale, dato che qui vi operò a lungo il suo fondatore? Viene da sorridere quando a Costel dell’Ovo, nei grandi palazzi reali di Napoli si organizzano eventi, convegni, mostre su colui che oggi viene descritto come un grande scopritore ed innovatore. Ma nessuno, compresi gli stessi ebolitani, si preoccupano di tutelare l’immenso patrimonio giunto fino a giorni nostri e disseminato ovunque sul territorio della piana del Sele. Risale solo allo scorso anno lo scompiglio che suscitò la scoperta di migliaia di volumi autografi, abbandonati in un vecchio cascinale ebolitano, oggi in territorio di Battipaglia. Nessuno sapeva come disfarsi di decine e decine di “cartacce”, nessuno si preoccupò, compreso l’Istituto o le grandi fondazioni napoletane, di richiederle e preservarle…erano mappature del territorio disegnate dal Ripa, rotte di viaggio e itinerari seguiti dal gesuita per il suo lungo viaggio di ritorno e fu solo grazie ad una proposta dell’Istituto tecnico Agrario di Eboli, che una parte di quei documenti è oggi salva (sebbene non sia ancora oggi possibile prenderne visione); il resto è stato trafugato o è nelle mani di privati.
Ebbene è grazie agli studi e alle ricerche del professore Abbinente che oggi questo rudere può parlarci di storie lontane e che ormai tutti sembrano aver rimosso, dimenticato e dinanzi ai nostri occhi resta solo quella che un tempo fu la chiesa in cui il Ripa celebrava messa tutte le mattine. Essa resta lì cadente e silenziosa dinanzi al trascorrere dei secoli, in attesa del suo crollo definitivo…tanto nessuno se ne lamenterà mai, non avendo mai avuto modo di poterla conoscere.
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Improsta: fiore all'occhiello della valle del Sele
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