Spesso etichettati come pigri, viziati e svogliati, i giovani d’oggi sono davvero così apatici e privi di virtù? Oppure siamo noi adulti, incapaci di comprenderne il linguaggio, a non coglierne le reali esigenze? A questa domanda cerca di rispondere il noto psicoanalista Massimo Ammaniti nel suo ultimo libro “I Paradossi degli adolescenti”.
Ammaniti sottolinea come gli adolescenti di oggi godano di maggiore libertà rispetto alle generazioni precedenti, con meno restrizioni e più opportunità. Tuttavia, questa libertà sembra paradossalmente accompagnarsi a una diffusa insoddisfazione e a un senso di “malaise existentiel”.
La maggiore partecipazione dei genitori alla vita dei figli, pur creando un ambiente familiare supportivo, può generare confusione e incertezza nei giovani, che si trovano a dover affrontare le sfide dell’adolescenza senza chiari punti di riferimento. La mancanza di limiti e divieti, sebbene apparentemente desiderabile, può infatti tradursi in un senso di smarrimento e di difficoltà nel prendere decisioni autonome
L’influenza dell’ambiente e il ruolo del gruppo
L’adolescenza è un periodo di grande sensibilità alle influenze esterne, sia a livello psicologico che cerebrale. Gli ormoni della pubertà amplificano le emozioni, generando sbalzi d’umore, rabbia, senso di vuoto e persino depressione.Il gruppo dei pari assume un ruolo fondamentale, offrendo un’occasione per uscire dal contesto familiare ma anche un terreno fertile per ansie, competizione, gelosia e bullismo. L’uniformità e il conformismo del branco possono acuire il senso di abbandono e di inadeguatezza.
La tecnologia: isolamento e nuove dimensioni
L’uso intensivo di smartphone e social media contribuisce all’isolamento degli adolescenti, riducendo le occasioni di confronto diretto e di esperienze sentimentali e sessuali. Chat, videogiochi e sexting offrono un’illusoria via di fuga dalla realtà, aprendo però le porte a incontri pericolosi e a esperienze potenzialmente traumatiche.
Comprendere e dialogare: la chiave per superare i paradossi
Ammaniti invita gli adulti a superare i pregiudizi e a cercare di comprendere il linguaggio, spesso non verbale, degli adolescenti. La chiave sta nel dialogo, nel confronto e nella capacità di offrire un sostegno che non si traduca in controllo oppressivo.