OmissisSaluteOliveto Citra ha stupito il mondo, duro colpo al carcinoma di Merkel

https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2021/06/ferrista_ospedale.jpg

Asportato un tumore di 2,5 kg dal volto di una 90enne, ora è salva 
Quando il figlio accompagnò la madre novantenne dall’ennesimo chirurgo nella speranza potesse aiutarlo a trovare una via d’uscita per la disgraziata donna dal volto corroso da un carcinoma, forse neppure immaginava che questo «ennesimo» veramente individuasse la strada.
Stiamo per raccontare una storia – volendo – sensazionale, perché da un lato ha regalato ancora vita ad una persona che davanti ne aveva davvero pochissima (e quando si regala vita, specie in tempi disumani come il nostro, è sempre sensazionale), dall’altro squarcia il velo dei record  in tema di progresso medico-scientifico con un intervento chirurgico finora mai registrato dalla letteratura medica internazionale. Ne parliamo ora qui, su un quotidiano, lo leggeremo di certo nelle prossime settimane sulle riviste scientifiche più accreditate dell’oncologia contemporanea. Allora, cominciamo a sintetizzare i fatti: una signora di 90 anni residente sulla litoranea tra Eboli e Battipaglia, aveva subito diversi interventi in altrettante strutture italiane perché sulla fronte e su una tempia le era comparso il carcinoma di Merkel che, lo si deduce dal familiare suono eponimo, fu scoperto da uno scienziato tedesco: tecnicamente, si definisce “carcinoma a cellule di Merkel”, in pratica un rarissimo tumore (lo è 30 volte in più del melanoma) neuroendocrino della pelle dall’elevata malignità ed aggressività, con un alto rischio di recidive. Infatti, la donna veniva operata e puntualmente l’escrescenza purulenta e dolorosa si ripresentava, fino ad espandersi in maniera abnorme. Aveva raggiunto un peso che definire assurdo è poco: circa due chili di materia insistevano sulla fronte della povera signora, ripiegandosi poi verso il basso fino a coprirle l’occhio sinistro, oltre a renderle impossibile anche un’esistenza minima, come si può ben immaginare. Il Quotidiano del Sud ha visionato alcune fotografie del suo volto, però, dopo un’adeguata riflessione, ha giudicato opportuno non pubblicarle: dalle immagini, certamente forti, era facile dedurre che per la paziente ormai fosse prossima la fine.

Ma la storia continua e va raccontata fino all’ultimo, specie se il finale riempie di speranza per il futuro. Torniamo al momento in cui il figlio dell’anziana giunge, stremato, al cospetto di un medico ebolitano, il dottor Vito Gargano, chirurgo plastico-ricostruttivo della pelle, in forza presso l’ospedale di Oliveto Citra: «Dottore, vorrei almeno che mia madre riuscisse ad arrivare al suo compleanno di ottobre, quando compirà 90 anni». Era la primavera del 2020, piena pandemia da polmonite cinese, gli anziani cadevano come mosche, per non dire dei fragili cosiddetti. Il medico visita la paziente, leggi referti e cartelle cliniche dei precedenti interventi, sa bene dinanzi a cosa si trovi in quel momento. Un tumore che non lascia scampo quello di Merkel, letale quasi sempre, ma c’è qualcosa in più che finora non s’era mai sentita: la letteratura scientifica internazionale contempla (anzi, contemplava fino a questo momento) casi estremi dove il massimo dell’estensione del carcinoma è di 3 centimetri di diametro (quello medio descritto in letteratura per i carcinomi Merkel localizzati alla testa ed al collo è di 1.6 cm) con una scarsissima sopravvivenza post operatoria. Il dottor Gargano in quel momento ha dinanzi a sé, invece, un “bubbone” di 11 centimetri, una cosa mai vista in tutto il mondo fino a quell’istante. Che fare? E’ il dilemma tipico del medico, soprattutto se i colleghi oncologi e radioterapisti, di certo altrettanto preparati, nei certificati scrivevano che non ci fosse più nulla da fare per la signora nonostante i diversi tentativi già esperiti, consigliando ormai solo curie palliative in attesa dell’ineluttabile conclusione. Peraltro, la povera donna sanguinava continuamente, com’è semplice intuire se si considera che aveva sulla fronte due chili o forse più di materiale purulento e cancrenoso.

Gargano si consulta coi colleghi, si decide di tentare ancora una volta, non sta scritto da nessuna parte che le cose debbano per forza andare in un certo modo: certo, la scommessa è ardua, ricca di insidie, in Italia i medici (quasi tutti) non vivono più bene in un contesto generale di pressioni, mala gestio amministrativa, carriere falsate da umilianti clientelismi, minacce quotidiane di denunce da pazienti e cittadini costantemente “indignati” con laurea all’università di Facebook, chi glielo fa fare a prendersi questo rischio, per di più per una paziente di 90 anni che non si sa neppure se potrà sopportare l’ennesima anestesia. Invece, si va avanti, qualunque vita è degna di essere salvata, anche se hai 90 anni e un carcinoma di Merkel da due chili in faccia. Anche se gli altri ti dicono che non ne valga la pena, anche se devi farlo in un ospedale piccolo, di montagna, come quello di Oliveto Citra, nel Medio-Sele, non a Milano, Parigi, Londra, Dubai, Francoforte, Houston o Seoul, dove sarebbero servite vagonate di banconote solo per poter parlare coi “professori”. Così è andata, infatti: in tutto quattro interventi eseguiti con tecniche innovative, il primo fatto il 13 maggio del 2020, l’ultimo il 13 settembre successivo, due sono stati di asportazione del tumore con ampi margini chirurgici di sicurezza (superiore ai 3 cm) con asportazione della teca ossea esterna dell’osso frontale, perché il tumore aveva invaso l’osso frontale; altri due, poi, di mera ricostruzione utilizzando cute artificiale ed autotrapianti di pelle asportata dalla coscia della stessa paziente. Insomma, roba fantascientifica si direbbe: sta di fatto che  a distanza di un anno, la signora è sopravvissuta e sta bene, nessuna recidiva si è presentata, realizzandosi così due record in un solo frangente, vale a dire la mole del tumore e la durata nel tempo della sopravvivenza post operatoria, cose mai viste in questi casi in nessuna parte del mondo.
Invece qui, ad Oliveto Citra è stato possibile grazie all’équipe chirurgica diretta dal dottor Ermanno D’Arco e quella anestesiologica diretta dal dottor Vincenzo Galdo. Vito Gargano, che si occupa da molti anni di chirurgia plastica ricostruttiva dopo asportazione di estesi carcinomi cutanei, un po’ schernendosi, ci precisa che ha operato la paziente insieme ai colleghi Luigi Nunziata, Pasquale Farina e Cristiano Cremone, con il gruppo di anestesiologia composto da Maria Luisa De Prisco e  Danilo De Divitiis, oltre ad un’ottima squadra di infermieri della Chirurgia e della Sala operatoria. Il tutto ad Oliveto Citra, anno domini 2020.
* da “Il Quotidiano del Sud” di venerdì 4 giugno 2021

LEGGI
 

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

Leave a Reply