Nella piana del Sele, precisamente a Capaccio-Paestum (SA), esiste una realtà imprenditoriale dove gli occhi dei clienti e dei visitatori possono dividersi tra stalla e caseificio, yogurteria e bottega del cioccolato, bottega del pane e bottega delle pelle, ristorante e persino un museo contadino. Cos’è questo posto magico? Parliamo della Tenuta Vannulo capitanata da Antonio Palmieri, luminare della mozzarella di bufala. «Penso sempre che imprenditore si nasce» dichiara Palmieri, intervistato dal giornalista Antonio D’Amore e da Luigi Cristiani nel format di video live sulla pagina Facebook di Food Makers.
Vannulo è una struttura che si presenta in più declinazioni e altre, anticipa il suo leader, se ne aggiungeranno, come l’oleificio, ma «l’azienda non è frutto di un progetto iniziale completo, bensì è sorta integrando nel tempo altre attività. Se le idee sono importanti, lo sono ancora di più i buoni collaboratori che però spesso è necessario convincere quando si parla di novità» racconta il presidente Palmieri, molto attento a portare avanti «un discorso di qualità del prodotto». Dalla mungitura nella stalla con l’utilizzo di robot per non sollecitare eccessivamente le bufale al latte che arriva direttamente nelle vasche del caseificio per la coagulazione. E poi la coltivazione e la ristorazione biologica, avendo la certificazione ICEA.
Tradizione e innovazione animano i pensieri di Antonio Palmieri, chiamato anch’egli a fronteggiare nel presente e nei prossimi mesi la crisi economica causata dall’emergenza: «Abbiamo avuto una riduzione del quantitativo di mozzarella dell’80%. Dovrà prevalere buon senso e noi come imprenditori dobbiamo auto-organizzarci nel meglio delle nostre possibilità».
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