Ci siamo chiesti come biasimare chi in città sceglie la carreggiata stradale come zona di passeggio, neanche ci trovassimo in uno sperduto paese africano dove su strade impolverate e sprovviste di marciapiedi si riversano i pedoni disposti a tutto, anche ad essere investiti. Qui nell’opulento Occidente, dove modernità, ordine e efficienza sono garantiti da governi “illuminati”, le cose funzionano diversamente: investiamo capitali per tutelare la sicurezza di pedoni ed automobilisti costruendo strade e servizi annessi inaugurati in pompa magna, e subito dopo lasciamo che madre natura riprenda possesso degli spazi, forse animati da uno spirito ambientalista che vuole la tutela del verde “senza se e senza ma”.
Specie rara saranno gli arbusti che spuntano qua e là sui marciapiedi in via Aldo Moro, e perché considerare erbacce le piante che rigogliose ne invadono ogni anfratto? Sono un esempio tangibile di biodiversità.
Muraiola, Gramigna, Acetosella, Tarassaco sono le anonime piantine che crescono sui marciapiedi, lungo il ciglio della strada, sui muri nascoste tra fessure o ruderi, un gran banchetto per gli amanti delle erbe selvatiche, peccato non sia consigliabile in tal caso il loro consumo vista l’adiacenza a una strada urbana. Eppure è tutto lì a disposizione dei gourmet. Ma non è certo uno spettacolo gradito ai più, per cui quelle restano solo “erbacce”, e vanno estirpate.
In via Aldo Moro, strada parallela alla più trafficata statale 19 e che alle spalle della chiesa del Sacro Cuore conduce in via Ugo Foscolo (zona cimitero), è impresa eroica fare “due passi”, i marciapiedi che pur ci sono sono impraticabili. E pensare che di recente è stata realizzata la nuova pavimentazione, con ciottoli e bordure in pietra, oggi dissestata e invasa dall’erba.
E’ questa la “Eboli green” tanto decantata?