L' isola feliceA decidere siamo noi? Quando il “sentire” condiziona la scelta

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La decisione, il momento in cui affermo me stesso. Ma sarà proprio vero? Sono io che decido e agisco sempre in maniera consapevole e corretta? Noi pensiamo di si, noi siamo convinti che sia così, anzi noi siamo sicuri che è così.

Mi sono imbattuto di recente in un articolo scritto a due mani da due professionisti, Paolo Roccato (psicoanalista) e Maria Merlo (pediatra) che sconvolge i pensieri e l’animo. “L’essere umano non compie scelte in modo pienamente razionale, si lascia sempre influenzare da aspetti profondi e inconsapevoli quali l’istinto, le convinzioni radicate sulla base di esperienze precedenti, preconcetti, emozioni e sensazioni”.

Molteplici studi hanno dimostrato che quando vogliamo fare una scelta ponderata, valutando tutte le implicazioni possibili, in realtà non siamo liberi, razionali e rigorosi, e neanche lucidi perché ci lasciamo sempre influenzare dalla “pancia” (per usare un linguaggio comune). Secondo alcuni studi, sembra che la scelta nasca sempre dal nostro “sentire” e che la ragione interviene in secondo momento a giustificare la scelta già presa.
Tutti funzioniamo così, da grandi a piccoli senza differenza di sesso. Interviene la “pancia” e spesso in maniera mascherata, inconsapevole.
Ma in questa “pancia” cosa si nasconde? C’è un po’ di tutto: istinti, convinzioni radicate su esperienze passate e magari dimenticate, il nostro “porci” verso la vita, emozioni, sensazioni, preconcetti.

Tutto questo esprime il nostro essere e ci fa tendere verso ciò che saremo, quindi non è sbagliato. L’uomo è fatto dalle e delle sue azioni. Quindi sembra che tutto vada bene se non fosse che: in tutto questo c’è un piccolo inganno, un problema. L’agire così è soggetto ad errori di valutazione su noi stessi e sulla realtà, e questo vale, in particolare, per quelle che devono essere “scelte razionali”.
La “pancia” va bene per scelte “sentimentali/emozionali” ma non per quelle razionali, in tal caso servono pensieri verificabili e scientificamente fondati.

Ma come sbagliamo? Questi errori di valutazione comuni a tutti vengono definiti distorsioni cognitive. Di seguito riportiamo i tre più frequenti:

“Effetto Dunning-Kruger: quando siamo poco esperti, tendiamo a sopravvalutare le nostre conoscenze. Quando invece siamo molto esperti, tendiamo a credere che gli altri siano competenti come noi. Quello dell’incompetente è un giudizio errato su di sé. Quello del competente è errato sugli altri. Questo può rendere difficile il dialogo tra esperti e non esperti.”

 

Pregiudizio di conferma: crediamo di più a chi conferma le nostre idee rispetto a chi le critica. Se qualcuno ci smentisce, cerchiamo automaticamente prove a nostro sostegno (può bastarne anche una sola per consolidare i nostri pregiudizi). Non si tratta di malafede, la nostra mente funziona così e questo fenomeno è aumentato con la diffusione di internet (si segue un’idea più volte confermata e mai criticata ma non basata su conoscenze specifiche).”

Ritorno di fiamma: Messi di fronte a dati e prove che dimostrano la falsità delle nostre credenze, invece di studiare meglio la questione per cambiare eventualmente parere, tendiamo a rinforzare le nostre idee preconcette, magari alzando la voce.
Bibiografia: UPPA magazine anno XIX n 100 P. Roccato e M. Merlo Come si comporta la nostra mente quando dobbiamo prendere una decisione?

 

Bruno Salvatore

pediatra di famiglia_ Eboli (Sa)

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