Un titolo che incuriosisce e una copertina delicata e sognante, è iniziato così il mio viaggio alla scoperta del libro “La distanza tra me e il ciliegio” della giovanissima scrittrice Paola Peretti.
Prima di iniziare la lettura mi sono chiesta come abbia fatto una scrittrice tanto giovane (classe 1986) a stupire un così vasto pubblico di lettori, diventando in breve tempo un caso editoriale mondiale. Pubblicato nel 2018 da Rizzoli, il libro esce contemporaneamente in 20 Paesi, portando in giro per il mondo la vera storia della scrittrice attraverso il racconto della piccola Mafalda, la protagonista del romanzo.
Mafalda ha nove anni, ha dei grossi occhiali spessi e conosce a memoria Il barone rampante di Calvino. Ama rifugiarsi sul ciliegio all’entrata della scuola con il suo fedele gatto e spesso sogna di abitare proprio lì, su quel bellissimo ciliegio che a breve, non potrà più vedere, a causa di una rara malattia che gradualmente le toglierà la vista. L’ idea di affrontare tutto quel buio la spaventa e ancor di più la spaventa il lungo elenco di cose che non potrà più fare, come contare le stelle, giocare a pallone, guardare il maestoso ciliegio. Grazie all’aiuto della sua famiglia, dei suoi amici, della bidella Estella la bambina capirà che è possibile vedere le cose anche in un altro modo. Impara a misurare la distanza dal ciliegio accompagnata dal profumo dei fiori e riscrive un nuovo elenco, quello delle cose a cui tiene e che vorrà continuare a fare.
Una narrazione perfettamente costruita che coinvolge grandi e bambini, vera ed estremamente emozionante, scritta con straordinaria delicatezza ed infinita dolcezza. Una storia quella di Mafalda che è anche la storia di Paola Peretti, una scrittrice dalla forza contaminante, che in un’intervista dichiara “Sto diventando cieca. Questa è la fredda, dura verità. Con i miei occhi castani, un po’ banali , vedo un quinto rispetto a quanto vedono le altre persone. La letteratura è la mia più grande passione. Voglio scrivere. Non posso più aspettare. Ho gli occhi nelle mani, e quando scrivo vedo meglio anche con la testa”.
Leggere questo libro, si rivela un’ esperienza sorprendente, per la forza e la speranza che esso trasmette, e per come ti invita a riflettere sulle cose realmente “essenziali” della vita.
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