“Il gioco d’azzardo sta attanagliando l’intera nazione ed anche la nostra città non risulta essere immune a questa preoccupante e contagiosa patologia”, questo l’incipit della lettera diffusa qualche giorno fa agli organi di stampa dalla locale sezione di Forza Nuova Eboli, in cui si sottolinea quanto queste “macchinette mangiasoldi” si diffondano a macchia d’olio nei bar e nei vari locali pubblici cittadini.
“Abbiamo chiesto all’amministrazione pubblica- si legge nella nota a firma del segretario Vincenzo Baffa– di porre un freno al fenomeno, mediante la chiusura mattutina dei locali regolarmente autorizzati, l’imposizione dell’obbligo di esposizione negli stessi di cartelli riportanti il pericolo di dipendenza ed infine la chiusura immediata di locali situati nei pressi dei luoghi sensibili, quali istituti scolastici, chiese, etc”.
E i numeri danno loro ragione
Il tema della ludopatia torna nuovamente alla ribalta con dati allarmanti che l’ Unione per la difesa dei consumatori ha diffuso in queste ore e che vede la Campania tra i primi posti nella richiesta di aiuto da parte di persone “vittime del gioco d’azzardo”.
“Si attestano a quasi 2000 unità nella sola regione Campania, dove Napoli occupa il primo posto in classifica seguito da Milano e Roma, al quarto posto si trova Salerno per numero di azzardopatici”.
“E’ necessario che si passi all’azione, servono iniziative immediate perché questo fenomeno posso almeno avere un ridimensionamento”, scrive in una nota il presidente nazionale U.Di.Con. Denis Nesci.
“Salerno è quarta in classifica e non è un vanto, quando si parla di casi di ludopatia – dichiara il presidente provinciale dell’U.Di.Con. di Salerno, Romano Ciccone – le istituzioni si sono dimostrate sorde, ora è necessario che dimostrino di essere vicino ai cittadini. Inviteremo i dirigenti campani ad un convegno regionale sulla ludopatia che terremo a Salerno nei prossimi mesi. Bisogna chiudere il rubinetto del gioco d’azzardo – conclude Ciccone – per farlo è necessaria la partecipazione di tutti i portatori d’interesse, noi, come U.Di.Con., non ci tireremo indietro”.