San Cesario che diventa San Cesareo. Storia di una borgata, anzi di più, un piccolo paese, che arriva a modificarsi il nome. San Cesario, nel comune di Albanella, ma a un tiro di schioppo da Ponte Barizzo, Persano, Altavilla e Eboli, Santa Cecilia.
Nasce ufficialmente il 14 dicembre 1958. Molte case sono costruite sugli ultimi banchi di tufo, quello tipico di Paestum, per intenderci. Bisogna porle in alto e su fondazioni sicure poiché qui c’è un nemico insidioso che è l’acqua dei fiumi Calore e Sele che proprio qui hanno la loro confluenza. E quando c’è l’alta marea alla foce del Sele ecco crearsi la tempesta perfetta con il tappo a mare per il Sele che inonda Gromola e Ponte Barizzo. Si sacrificano proprio i terreni di San Cesareo che diventano “cassa di espansione” idraulica, cioè trattengono temporaneamente le grandi masse d’acqua che il Sele non è capace di ricevere e smaltire a mare. Un sacrificio notevole per questi agricoltori.
La passione per il sociale di Antonio Petraglia e Emilia Verderame si rivolge anche alla sfida di dare una storia unitaria alle famiglie arrivate qui sessant’anni fa da Serre, Roccadaspide, Altavilla e i meno da Albanella paese. Raccolgono testimonianze, le trascrivono e le filmano, La domenica sera la gente riunita in chiesa le vede e le commenta. I nonni spiegano ai nipoti, E poi l’orgoglio di un gruppo di volontari che ha installato diverse decine di defibrillatori in ogni dove, nel nome di Vito, un bambino di 5 anni morto in una sera in palestra. Tante cose sono partite da qui. Antonio Miniaci promuove arte da Brera a Milano e nelle principali città del mondo ed è nato qui, Albanella è il paese un po’ matrigna dei “sancesariani” che si sentono un po’ periferia ma scacciano la malinconia ascoltando le storie di Antonio, che pensava al fiume anche quando era ricercatore universitario in Danimarca, e Emilia, la moglie del musicista Volonnino.
Antonio Di Marco