Era già successo con il compagno Bertinotti che l’antagonismo entrasse nelle istituzioni: uno su tutti, l’avallo di una targa in uno spazio del parlamento in onore di un giovane, Carlo Giuliani, ucciso da un carabiniere mentre, incappucciato, stava per scaraventargli addosso un estintore al G8 di Genova. Saltando il precedente quinquennio di presidenza cosparso dalla bigotteria sinistroide di Laura Boldrini ecco che arriviamo al grillozzo Roberto Fico. Il presidente della Camera è sensibile su alcuni temi: tra questi, i famosi centri sociali. Tra Fico e De Magistris, stesso impianto «culturale» e stessa provenienza geo-politica, è gara a chi li difenda meglio.
Ieri, ad esempio, il presidente dalla misteriosa colf in nero, non si è fatto passare sotto al naso le dichiarazioni di Matteo Salvini che, sull’argomento, ha da tempo idee chiare. Con la cadenza espositiva del «cittadino prestato alla politica» Fico ha detto che «non è bello sentir definire i centri sociali quattro scemi. A Napoli realtà come l’Ex Opg e lo Zero 81 hanno sviluppato un valore aggiunto, stando vicino alle persone in difficoltà. I centri sociali hanno fatto e stanno facendo un lavoro molto grande laddove spesso le istituzioni sono assenti». E allora proviamo a inquadrarli, seppur brevemente, alcuni di questi centri , convinti anche qui che non si tratti di quattro scemi bensì di quattro gatti ma con la pretesa del monopolio della lotta alle ingiustizie del mondo. Pretesa fastidiosa, rumorosa e, spesso, violenta.
Ci sono i fighetti di Insurgencia, composizione sociale “borghese” e molto annoiati, gli stessi che l’altro giorno si sono distinti per l’ennesimo scontro con gli agenti all’arrivo del ministro: qualcuno tra loro ha comprato casa, qualche altro ha avviato attività commerciali, chi fa l’assistente universitario mentre tutti, nel frattempo, lottano per i deboli e gli oppressi, dalla Palestina a Scampia. Al netto di feste e festini vari e cineforum di rito (dove il caso Cucchi è ovviamente, guest star di recente conio).
Il tratto “sociale”, cui forse solo Fico crede, è un ricordo lontano. L’ex “Opg-Je so pazz” conserva qualcosa della ragione sociale primigenia: c’è un ambulatorio medico, si assistono in qualche modo i cosiddetti “sfrantumati”, indigeni e soprattutto esogeni, insomma quel che parrocchie e volontariato fanno da sempre (con ben altra statura). Il resto, Zero 81, Mezzocannone occupato, Scra, Magnammc ‘o pison’, etc., è popolato da disoccupati eterni, ex galeotti, studenti ultra fuoricorso e umanità varia.
Il tutto all’interno di stabili prima occupati e oggi legittimati da un ex pm, il sindaco, che li alliscia come polizia giudiziaria al contrario: servizi d’ordine, lancio di sacchetti di spazzatura contro De Luca e via tumultuando. Occupazioni non più illegali per il fatto che un incidente della storia, cioè il sindacato di De Magistris, con la famosa delibera sui “Beni comuni” ha concesso loro l’utilizzo delle strutture. E che la festa cominci.
* Dal quotidiano “Libero” del 17 novembre 2018