AGORA'OmissisVertenza Ises, doccia fredda dalla Regione: “non è accreditabile”

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Il commissario Asl Iervolino sceglie la strada della legge mentre da Napoli filtra la notizia che la partita sia chiusa: decreto negativo in arrivo.

 

Senza prenderla troppo alla lontana ci si conceda il più classico dei «Noi l’avevamo detto»: e non da oggi. Sì, perché la “notizia” che dalla Regione Campania sia in arrivo il decreto di non accreditabilità per la coop Nuova Ises potrà sorprendere solo osservatori raccogliticci, giornalisti che non leggono, disperati in buona fede e sindacalisti genere «braccia sottratte all’agricoltura». Se non si vuol rischiare la doccia fredda a volte conviene scoprire l’acqua calda, vale a dire che una truffa è una truffa e tale resta anche se le cambi veste e sottoveste: e tutta la vicenda Ises lo è sin dagli inizi, piaccia o meno. Ma ricapitoliamo.

Nei giorni scorsi è circolata la notizia secondo cui i soci della Nuova Ises, coop sorta dalle ceneri della vecchia società bancarottiera, siano andati in via Nizza per occupare la sede dell’Asl di Salerno: «Non capiamo questi ritardi nella concessione del nostro accreditamento, abbiamo tutte le carte in regola, andremo avanti ad oltranza, eccetera» hanno detto. Non li capiscono?

Proviamo a spiegarlo noi per la miliardesima volta: 1) l’accreditamento non può essere concesso perché di nuovi la Regione non intende né può farne, i centri già operanti dovranno riconvertire o tagliare quel che hanno, figuriamoci se l’ente riconoscerà ulteriori convenzioni; 2) l’accreditamento non è mai stato sospeso in quanto non esiste quella fattispecie, o c’è o non c’è, e la stessa vecchia Ises, in effetti, non l’ha mai realmente avuto per carenza di requisiti (vedi Tar, Consiglio di Stato e il papocchio della cessione del ramo d’azienda) e chi l’ha sostenuto, perfino scritto “clandestinamente” in un singolo atto, non a caso è stato trasferito ex abrupto da De Luca a Napoli proprio per le rogne giudiziarie, tra altre, determinate da questa illogica ostinazione; 3) ammettiamo per assurdo che si possa: i soldi del plafond regionale destinato a Salerno per il settore riabilitazione è già in rosso di alcuni milioni di euro per gli affari correnti, per cui non si capisce né come né perché De Luca (meglio, la Regione) ci dovrebbe mettere altro danaro, peraltro in una vicenda fosca, contorta e pericolosa; 4) le vantate «carte in regola» non sono in regola e non stiamo qui a ripetere l’iter abborracciato che gli statisti del consiglio comunale di Eboli hanno seguito per trasferire 19 disabili, sequestrati da tre anni perché privi di copertura legale pubblica, da una prigione (piazza Pendino) ad un’altra prigione (palazzo F&M), con tutti i guai che ne discendono e discenderanno; 5) nonostante i ritmi bradipici della procura di Salerno, ci sono poi due indagini già aperte e in stato avanzato (Casa del Pellegrino e Tetti di spesa Asl) che lasceranno morti e feriti sul campo: chi diavolo è tanto stupido da andare ad infilarsi in questo tunnel, il dottor Iervolino appena arrivato? Non solo, come già scritto giorni orsono sul quotidiano “Le Cronache”, dagli atti giudiziari è emerso proprio che in via Nizza qualcuno (diciamo così) si sia accordato per dire in giro che l’accreditamento fosse sospeso pur sapendo che non si poteva fare. Potremmo continuare all’infinito.

Ora, dal momento che i social network ci piacciono ma non possono essere uno strumento per capire cosa accade, anzi, pochi giorni addietro abbiamo contattato direttamente la direzione generale dell’Asl di via Nizza per saperne di più. Il commissario Iervolino non c’era ma gentili addette ci hanno messi in contatto con il sub commissario delegato, il dottor Perito. Il dirigente, che ci è apparso preparato, ci ha detto: «Pur comprendendo il dramma di lavoratori e famiglie, noi più che girare la questione a Napoli non possiamo fare».

E allora andiamo alla Regione, vediamo cosa dicono. «Ancora questi dell’Ises? Ma che vogliono?» è in sintesi il senso della replica degli addetti ai lavori, i quali fanno “filtrare” che sarebbe in lavorazione il decreto di non accreditabilità per la coop. Poi -come si dice- tutto può succedere, siamo pur sempre in Italia: in tal caso se ne vedranno delle belle. Allo stato, le pretese della coop sanno quasi di “estorsione” -se si inquadra il problema nel suo complesso e nella sua storia- in danno dell’Asl: dove fino a pochi giorni fa c’era un clima diverso ma dove oggi, con nuovi manager non proprio inclini ad inguaiarsi come allocchi, le speranze di portare a termine l’operazione si sono di colpo rarefatte. Resta solo da capire come mai la stessa Asl, per non dire di altri organi di controllo, lasci al proprio posto gli stessi dirigenti medici che, in passato come nel presente, hanno istruito pratiche oblique nonostante dinanzi a loro ci fossero sodalizi da 12 milioni di euro di buco nelle casse pubbliche. Il giocattolo sembra essersi rotto definitivamente: la slavina di queste ore inizia a prendere la forma della valanga. Mentre 19 disabili restano ancora intrappolati nel nuovo carcere di un vecchio mobilificio senza che nessuno se ne vergogni.
*Foto da Sei tv

 

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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