Donne che partono con il desiderio di cambiare vita, donne che lasciano genitori, figli e mariti e giungono in Italia per riuscire a guadagnare quanto basta per rientrare nei paesi d’origine con qualche euro in più, donne che fuggono dalla miseria e dalle guerre, donne che si ricongiungono con i propri cari dopo anni di lontananza: sono i tanti e diversi volti dell’esodo femminile, il lato nascosto della presenza straniera in città. Parlare delle immigrate come di un gruppo sarebbe riduttivo, considerando che ognuna ha una storia, una cultura, un linguaggio, una diversa formazione scolastica. Ad Eboli gli stranieri residenti al 1° gennaio 2017 sono 5.499 e rappresentano il 13,7% della popolazione residente.
La comunità straniera più numerosa è sicuramente quella proveniente dal Marocco con il 33,7%, seguita dalla Romania (30,90%) e dall’Ucraina (7,11%), ma il loro numero è destinato ad aumentare visto che in dieci anni (2007/20017) i residenti si sono più che triplicati, passando da meno di 2000 a quasi 6000 cittadini.
La componente femminile è di sicuro maggiore rispetto a quella maschile se si osservano i dati delle comunità dell’Est Europa, come quella rumena, esattamente l’opposto di quella marocchina a maggioranza maschile.
Tornando ai cittadini rumeni, Eboli risulta il comune capofila della provincia di Salerno con 1.699 residenti (erano 960 nel 2011): segue Battipaglia con 1183 e Salerno con 807. Le donne rumene si distinguono per una larga partecipazione al mondo del lavoro, risultando occupate almeno un giorno nel corso dell’anno (dati Inail).
A differenza degli altri paesi europei, ad esempio la Francia, dove la “femminilizzazione migratoria” è avvenuta in un secondo momento, ovvero quando negli anni Settanta lo stop alle frontiere corrispose al diffondersi di politiche dedicate alle famiglie di stranieri procedendo ad una stabilizzazione di fatto, nel Belpaese ad aprire la strada dell’immigrazione sono state le donne, che già trent’anni fa ritrovavamo come badanti o collaboratrici domestiche, con l’obiettivo di ottenere un contratto di lavoro. Ad Eboli ci sono 956 donne rumene a fronte di 743 maschi, e la maggioranza è impiegata nei servizi domestici e di cura alle famiglie. Seguendo un trend che è nazionale e che vede aumentare dell’1,8% in un anno la presenza di lavoratori stranieri in Italia con 2,4 milioni nel 2016, anche nei territori della piana del Sele il fenomeno della migrazione rumena è aumentato con l’impiego maschile in settori come l’agricoltura, il commercio, l’industria.
Tutto questo accade mentre al “Forum economico Both worlds 2018” Confindustria Romania lancia l’allarme sul rischio di uno stop agli investimenti italiani per scarsità di manodopera.
La fascia d’età della popolazione straniera, sia maschi sia femmine, è compresa tra i 25 e i 39 anni, a cui vanno aggiunti i bambini di età compresa tra 0 e 4 anni. Solo ad Eboli si contano 339 piccoli cittadini.
Nella “top ten” dei popoli residenti su suolo ebolitano rientrano anche gli ucraini, che si posizionano al terzo posto. La maggioranza è ancora una volta composta da donne (279 a fronte di 112 maschi). Segue la Bulgaria con 129 donne su 81 maschi, rappresentando il 3,8% della popolazione straniera ad Eboli. Ma in città risiedono anche 104 albanesi, 89 polacchi, 46 russi, 17 tedeschi, 8 inglesi, 7 moldavi, 7 croati.
Spostando l’attenzione sulla comunità africana il dato che emerge è la folta presenza di cittadini provenienti dal Marocco (il 33,73% della popolazione straniera in città), e su 1.855 presenze solo 312 sono donne. Anche in questo caso la città di Eboli detiene il primato provinciale sul numero di cittadini residenti provenienti dal Marocco, la cui presenza in provincia è del 17,9% ma che ad Eboli hanno trovato “accoglienza” passando dalle 741 unità nel 2011 alle 1.855 di oggi.
Molti di questi hanno contribuito allo sviluppo delle aree agricole della piana del Sele, rivelandosi una opportuna risorsa anche nelle tornate elettorali degli ultimi anni.
La comunità algerina sceglie invece Capaccio, che con 204 residenti scavalca Eboli, dove invece se ne contano 127, di cui 20 donne. Tra i popoli asiatici al primo posto troviamo gli indiani: sono 364 i residenti in città (il 6,62%), segue il Pakistan (106 unità) e la Repubblica cinese (con 59 presenze).