AGORA'OmissisMessa nel trigesimo per la musulmana che non volle stare con gli infedeli

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Questa è davvero bella: una messa in suffragio nel trigesimo della scomparsa di una donna musulmana che non “voleva” essere sepolta in terra non consacrata ad Allah. Riuscendoci. Nella città, peraltro, dov’è s’è fermato Cristo.

Ricordate l’imbarazzante vicenda della sepoltura ad personam della signora Atoucha Fatna, marocchina residente ad Eboli da diversi anni, alla cui morte gli eredi hanno preteso –ed ottenuto- che non fosse sepolta tra gli infedeli, verosimilmente in stragrande maggioranza cristiani? Bene, domani sera alle 18 sarà celebrata una santa messa nella chiesa principale della città, Santa Maria della Pietà.
Avete letto bene, una messa, rito cattolico per eccellenza, luogo d’incontro privilegiato con quel Cristo che troppo spesso viene scambiato per un operatore di una grande Ong o, peggio, un pacifista, anche grazie ai recenti andazzi vaticani. Gli stessi che offrono terreno fertile per sceneggiate di questo tipo. Dello spessore del primo cittadino, Massimo Cariello, in relazione a temi di questo tipo è preferibile non parlare: ma il disastro consumato sul terreno culturale in senso lato si fa sempre più evidente dinanzi a fatti come questo. Si piegano secoli di civiltà alle paturnie “moderniste” di suoi simpatizzanti raffazzonando una tomba per la povera deceduta al di fuori di qualsiasi logica, oltre che regola di legge. Il cosiddetto massimo del minimo. Vendendo il tutto come “rispetto”, “civiltà” e bla bla: insomma, il frasario tipico di questi nostri anni in cui un individuo come, ad esempio, Nichi Vendola, un soggetto che compra bambini strappandoli all’utero delle madri, viene celebrato come un artefice del progresso, uno che fa il tutto in nome dell’«amore». In scala, eccoti un Cariello che spalanca le braccia all’assurdo: su sfondo crociato, come si può tranquillamente osservare nella foto di quel che da anni ha cessato di essere un settimanale cattolico –Famiglia Cristiana- per assumere il tratto del “cristiano al passo coi tempi” (esattamente il contrario di ciò che è un cristiano, che col mondo deve scontrarsi continuamente). E poi che ti va a succedere? Una bella messa in suffragio che chissà quale sacerdote officerà immaginando il recupero di quell’anima. Ma il problema non è la signora morta né i propri eredi, il problema è il rapporto con l’Islam mediato in tali forme sul nostro territorio dai vertici istituzionali.

Al riguardo ci giunge la dichiarazione dell’unico, ad ora, oppositore in consiglio comunale, Damiano Cardiello di Fi, che indovina la strada, quella della sensazione della burla: «Musulmani? Si, a fatti loro.Siamo al paradosso totale: prima si predicano i precetti musulmani chiedendo di seppellire in un’aiuola esterna al cimitero perché c’erano troppe croci e tombe di cristiani, poi celebrano messa in una chiesa consacrata dal rito cattolico. Sembra di stare su “Scherzi a parte” ma siamo ad Eboli, città umiliata dalle scelte di un dilettante allo sbaraglio vestito da sindaco». Non c’è altro da aggiungere.
dal quotidiano “Le Cronache” del 12 novembre 2017

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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