Passeggiare nei centri storici e godersi paesaggi e angoli unici che rendono splendido il nostro il “bel paese”. E’ con questo spirito che anche Salerno aderisce alla XIV Giornata nazionale del trekking urbano. Ricca l’edizione 2017 che coinvolge ben sessantadue città italiane.
E’ legato alla magia il percorso di Salerno, toccando i luoghi legati alla storia di Pietro Barliario, temutissimo mago e dottore della Scuola medica salentina. Stando alla leggenda, l’opera più celebre di Barliario fu la costruzione, in una sola notte di tempesta e con l’aiuto dei demoni, dell‘acquedotto medioevale tuttora esistente a Salerno (in foto); tale opera imponente, costruita su un dirupo ed facente per la prima volta uso dell’ogiva, dovette impressionare non poco il popolo salernitano, la cui fantasia ne attribuì la costruzione a una mano “diabolica”. Tale superstizione perdurò almeno fino ai primi del Novecento, quando ancora si riteneva che andare sotto gli archi all’imbrunire avrebbe comportato l’incontro con gli spiriti maligni.
L’appuntamento è per martedì 31 ottobre 2017. Una giornata dedicata ai trekker che avranno voglia di scoprire le bellezze architettoniche e paesaggistiche d’Italia.
Giunta alla sua XIV edizione, la festa del turismo sostenibile, promossa dalla città di Siena,che va in scena da nord a sud della Penisola, offre un ricco programma di iniziative per scoprire camminando gli angoli più suggestivi delle città italiane, attraverso percorsi che uniscono arte, cultura, spiritualità e prodotti tipici. Un vero e proprio viaggio alla scoperta dei personaggi e dei luoghi che rendono unico il nostro Paese.
Miti, fantasmi e leggende animeranno gli itinerari di Napoli che per l’occasione si “fa in tre” per offrire panorami e scorci mozzafiato del Golfo
In occasione della XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano, torna anche la campagna di recruiting lanciata dal Comune di Siena “Facce da Trekking”. Per partecipare basta farsi un selfie, postare e condividere le foto con l’hashtag #trekkingurbano2017 su Instagram. Un modo per vivere e condividere, in pieno spirito wiki, tutte le emozioni dei trekker e le curiosità legate ai percorsi dedicati ai misteri e alle leggende nascoste nei più suggestivi centri storici del Paese.
Edizione record: le città del Trekking urbano 2017. Le 62 città che, con Siena capofila, partecipano alla XIV Giornata Nazionale del Trekking Urbano sono: Acquapendente, Acqui Terme; Albisola Superiore; Amelia; Ancona; Arezzo; Asciano; Ascoli Piceno; Biella; Bologna; Buccheri; Cagliari; Castelfranco Veneto; Catania; Ceglie Messapica; Cividale del Friuli; Conegliano; Correggio; Feltre; Fermo; Follina; Forlì; Grosseto; Lentini; Lucca; Macerata; Mantova; Massa Marittima; Montalbano Jonico; Monteriggioni; Murlo; Napoli; Narni; Novara; Oderzo; Oristano; Padova; Palermo; Palmanova; Pavia Perugia; Pistoia; Ravenna; Rieti; Rocca Imperiale; Salerno; Salsomaggiore Terme; San Giustino; Siena; Spoleto; Susa; Tempio Pausania; Terracina; Torino; Trento; Treviso; Urbino; Valdobbiadene; Vasto; Viadana, Vittorio Veneto e Volpago del Montello.
Che cosa è il trekking urbano? Il Trekking Urbano è una forma di ‘sport dolce’, adatto a tutte le età e a tutte le stagioni. Gli itinerari sono differenziati per lunghezza e per difficoltà al fine di poter essere percorsi sia da persone allenate che dai meno esperti. È un nuovo modo di fare turismo, meno strutturato e lontano dai circuiti più conosciuti. Un turismo sostenibile più libero e ricco di sorprese che privilegia gli angoli più nascosti e meno noti delle città d’arte italiane. Il trekker urbano, attraverso itinerari studiati da esperti, ha la possibilità di vivere un’esperienza di viaggio unica, coniugando la possibilità di immergersi nell’arte e nella natura, facendo sport. Oltre ad essere un’attività che fa bene al fisico e alla mente, il trekking urbano fa bene alle città perché permette di decongestionare le zone attraversate dai flussi turistici tradizionali, allargare il raggio delle visite alle aree più periferiche dei centri urbani e prolungare i soggiorni.
*In foto_ Salerno: gli archi del diavolo (l’arco re’ riavule)_
La leggenda narra che i suoi archi, comparsi all’improvviso in una sola notte, spaventarono i cittadini a causa della loro insolita e lugubre forma appuntita, ravvisabile negli inediti archi a sesto acuto. In realtà, per la prima volta, in un’epoca ancora di architettura romanica, fu utilizzato l’arco ogivale, tipicamente gotico; solo dall’anno 1000 in poi l’arco ogivale sarà utilizzato in altri acquedotti.
Dunque, i Ponti del Diavolo godono di questo importante primato, rappresentando una grandissima innovazione, rispetto al periodo in cui furono edificati.