OmissisL’Asl «frega» Inps ed Inail e da’ mezzo milione all’Ises

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L’ex coop deve oltre 2 milioni ai due enti ma in via Nizza si inventano un “mandato diretto” e il 28 giugno erogano i fondi. Ma De Luca non doveva “cambiare tutto?”

 

Il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, è stato eletto (anche) grazie ad uno slogan che, per quanto vago ed aleatorio, aveva una sua ragion d’essere: “Cambiare tutto”. Bene, i campani gli hanno creduto, le elezioni le ha vinte, governa da Palazzo Santa Lucia col tipico tratto simpaticamente dispotico, alla fine si tireranno le somme.
C’è una sola cosa -si fa per dire- che non sembra essere ancora cambiata e che, probabilmente, sarà sfuggita al governatore: la dissipazione del danaro pubblico per mano di chi amministra i servizi sanitari salernitani. Leggasi Asl, via Nizza 146, 84125- Salerno. Manco a dirlo, al centro dell’ennesima, “misteriosa” elargizione di soldi, troviamo l’Ises, ex cooperativa ebolitana per la riabilitazione ora in liquidazione, protagonista di un gigantesco scandalo qui denunciato fino alla noia. Per farla breve, si sono pappati, come se nulla fosse mai accaduto e al di fuori delle più elementari norme e regole, un altro mezzo milione di euro circa, precisamente 443.436,98.
E sapete quando? Solo pochi giorni fa, il 28 del mese di giugno 2017. Possibile? A quanto pare sì. Ci riferiamo all’irrituale “Avviso di pagamento”, sorta di mandato diretto all’incasso (!) emesso in quella data, che recita: “Euro 19.171,17 per acquisto prestazioni sanitarie mese di settembre 2014; euro 38.314,22 mese ottobre 2014; euro 190.180,91 mese ottobre 2014; euro 162.044,87 mese novembre 2014; euro 33.725,81 mese novembre 2014. Circa un miliardo delle vecchie lire erogato in favore di un sodalizio condotto alla bancarotta, illegale sin dall’inizio (come l’Asl ha sempre saputo e come qui scriviamo in beata solitudine e senza smentita da anni) e che, a tutt’oggi, versa in acque melmose per la nota vicenda della Casa del Pellegrino, che pur nella continuità del saccheggio delle finanze pubbliche rappresenta un capitolo a parte.

Senza scendere in eccessivi tecnicismi, diciamo in sintesi perché a rigor di logica, si tratta di un atto che legittima a scrivere qualsiasi cosa sulla gestione dei soldi del servizio sanitario pubblico: il problema, stavolta, non è (solo) di chi prende ma di chi dà, cioè dell’Asl. Sarebbe infatti interessante capire come abbiano fatto a via Nizza a dare ancora soldi all’Ises, nonostante la perdurante, plateale illegalità della situazione:
1) per stessa ammissione dell’Asl l’Ises è debitore nei confronti di Inps e Inail per 2.070.339,95 euro; 2) il rapporto con il servizio sanitario regionale è stato interrotto nell’agosto 2014. Spieghiamo. Se oggi chiedessimo ad un bambino di 6 anni se sia possibile che un ente pubblico eroghi danaro in favore di chi non ha la situazione contabile-contributiva in regola, ci riderebbe in faccia: le cronache sono piene di aziende fallite o decotte a causa dell’evasione contributiva, vale a dire che se il famoso Durc (Documento unico di regolarità contributiva) non risulta in regola, non solo non ti danno un centesimo ma gli uffici sono obbligati a girare eventuali somme agli enti creditori (Equitalia, Inps, Inail, etc.). Nel nostro caso, l’Asl, pur sapendo che l’Ises è debitore solo nei confronti di Inps e Inail per oltre 2 milioni di euro, ha comunque dato (con mandato diretto!) mezzo milione ad un soggetto giuridicamente, amministrativamente, fiscalmente, legalmente arci-compromesso.

Non solo: ma se il rapporto con l’Asl è stato interrotto nell’agosto del 2014 -e lo è stato perché gli uffici sono stati costretti (dopo anni di connivenze ad ogni livello) a prendere atto che non c’erano i requisiti per instaurare una convenzione col Ssr, anzi non ci sono mai stati- come mai hanno pagato per “Acquisto prestazioni sanitarie” per i mesi successivi ad agosto 2014? Chi si è assunto questa responsabilità? Le firme non sono leggibili, ma possiamo immaginare: fermo restando che a rispondere al quesito non potrà essere che il direttore generale, Antonio Giordano, “capofamiglia” a via Nizza, ergo, responsabile di tutto ciò che accade, firme o non firme altrui.

Sarà anche frutto della creatività salernitana che tutto il mondo ci invidia, sarà che tutto diventa possibile quando gli organi di controllo (leggasi, in primis, magistratura) stentano a muoversi con la stessa scioltezza con cui organizzano conferenze stampa ad ogni sacrosanta operazione, sarà quel che sarà: sta di fatto che con quasi mezzo milione di euro qualche problema serio per la salute dei cittadini lo avrebbero risolto. Almeno uno.
dal quotidiano “Le Cronache” del 10 luglio 2017

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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