OmissisAsl Salerno: mezzo miliardo ai dirigenti

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De Luca prenda nota: in un triennio a Salerno sono stati pagati stipendi con molti zeri per i soli medici e dirigenti. Su circa 2100 dipendenti di fascia fa una media pro capite di 7500 euro al mese. E nel conto non ci sono impiegati, infermieri e servizi esterni. Con una sanità che presenta queste medie dovrebbe essere tutto una “clinica svizzera”. È così?

 

Mezzo miliardo di euro solo di stipendi. In un triennio. Il governatore De Luca prenda nota e si concentri. A voler fare i precisini sono 564.344.440.32 euro (mille miliardi quando c’era la rimpianta lira italiana): i tre anni sono il 2013, 2014 e 2015, riguardano una sola Asl con relative retribuzioni su base annua. Tutti? No, soltanto quelli dei dirigenti e dei medici, che poi, grazie alla riforma targata Rosy Bindi (De Luca riprenda nota) dei beati anni del centrosinistra ulivista, sono in pratica la stessa cosa, si chiamano tutti dirigenti.

 

Sarà tutto lecito, non lo sarà, non è questo il tema, almeno non ora. Il tema è lo spessore, il volume del danaro pubblico impiegato per la retribuzione di un esercito di professionisti e impiegati statali, che legittima qualche interrogativo. I numeri sono numeri, i totali nascono da quelle cifre, le medie non le ha inventate Le Cronache ma la scienza matematica, che ci porta giocoforza a ragionare secondo canoni ordinari. La “complessità” del problema, sicuramente non alla nostra portata, non cancella le domande, figuriamoci addendi, fattori o divisori. I quali, tutti, ci portano a mettere in fila le notizie, azionando il famoso lògos. Provandoci, almeno, e concludendo che con una media stipendio pro capite di quasi 7500 euro mensili distribuita sui circa 2100 tra medici e amministrativi dell’Asl di Salerno, ad esclusione di altri plessi sanitari come il Ruggi d’Aragona, non si giustificherebbe il minimo disservizio, anzi: la sanità, con quelle medie retributive (speculari alla presenza ininterrotta in corsia in molti casi, come abbiamo raccontato nella precedente puntata) dovrebbe funzionare come un gingillo svizzero, nessuno avrebbe di che lamentarsi, malasanità ridotta al solo Fato, centri privati non avrebbero ragion d’essere, niente scioperi, niente turni massacranti, niente sindacati in rivolta, men che meno liste d’attesa, eccetera. I paradossi aiutano a capire.

 

Nel 2013 i dirigenti in totale erano 2079, a questi l’azienda sanitaria locale di Salerno ha pagato stipendi per 193.490.914,32 euro. Nel 2014, con due dirigenti in più (2081) un lieve risparmio, per un totale di 188.227.222,00 euro mentre lo scorso anno, il 2015, con 41 dirigenti in meno (2038) siamo scesi a “soli” 182.626.304,00 euro: sommando le tre annualità arriviamo ad oltre il mezzo miliardo di euro indicato. Ora, questi 564 milioni e rotti di euro divisi per tre (gli anni) darebbe una media triennale del singolo dipendente di oltre 260mila euro che, a sua volta divisa su base annua, fan uno stipendio medio di 90mila euro cadauno (89.578,48). Che diventano, appunto, circa 7500 euro al mese (precisamente 7.464,87) o, volendo, 248 euro al giorno.

 

Se parliamo di risultati a confronto, non c’è storia: la sanità sarebbe un disastro totale aggravato da una dispersione universale del danaro. Ma, grazie a Dio, non è così. Ciò non significa che non ci sia un problema enorme di utilizzo delle risorse finanziarie, affidato alle mani degli stessi decisori della propria busta paga (sempre nell’ambito di linee guida e di leggi oltre?) e contestualmente un’offerta del servizio imparagonabile con i livelli retributivi. I calcoli – lo sappiamo- non si fanno in quel modo: vero, i conti della serva però quelli sono. Significa, dunque, che o i numeri non corrispondono all’effettiva prestazione resa oppure che le valutazioni e l’apprezzamento delle stesse (competenza, in genere, dei direttori sanitari che autorizzano) seguano criteri che noi umani mai avremmo visto.

 

Di cosa si componga la busta paga l’abbiamo visto in una precedente tappa della nostra inchiesta, chiamiamola così. La chiave è la voce “Altro” dove ci si infila di tutto e di più: tutti timbrano e certificano bilanci, tanto nessuno si metterà mai a fare le pulci. Mentre è in corso il miliardesimo giorno di sospensione di qualche servizio diagnostico o terapeutico per assorbimento dei budget e carenza fondi, con gente in fila per pagare ticket, fare visite, viaggi della speranza (altri soldi), e chissà cos’altro: De Luca prenda nota, ancora, magari se affronta il problema e razionalizza il sistema, ci tirerà fuori qualche centinaio di nuove assunzioni nel pubblico impiego delle 200mila famose dei giorni scorsi. Ovvio che, contemporaneamente, nessuno intende deprezzare il valore del singolo professionista, anche perché sarebbe ridicolo dinanzi all’impegno e in alcuni casi all’eroismo di molti: ma i soldi sempre troppi ci sembrano, a meno che non si torni al ragionamento di una sanità da Eden. Vale per Salerno ma, dai dati in nostro possesso, vale per altre parti d’Italia: qui si esagera, al solito, ma si è in buona compagnia.

 

Ci sono circa trenta medici e venti dirigenti amministrativi salernitani che nel 2013 hanno incassato rispettivamente oltre i 180mila euro di stipendio e oltre i 90mila. Sono nomi che ritornano ciclicamente, sembra quasi si tratti di flussi legati all’evolversi di altre dinamiche. Il che può essere un problema. Ma questo lo vedremo la prossima puntata quando pubblicheremo gli elenchi raggruppati per cifre. (5-continua)
dal quotidiano “Le Cronache” del 24 novembre 2016


 

 

Peppe Rinaldi

Giornalista

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