OmissisInps, il «pasticcio» dell’indennità agli ex dipendenti Marzotto

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Un tempo lavoravano negli stabilimenti della «Marzotto Sud» (nella foto) sulla famosa via di Salerno dedicata al liberatore che qui lasciò il segno più di settanta anni fa, il generale americano Clark. Poi sono andati in pensione: qualcuno s’è ammalato, altri fortunatamente no, tutti sono stati esposti all’amianto. Perciò l’Inps riconobbe loro una sorta di indennità aggiuntiva alla pensione, considerando quella circostanza accertata.

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Senonché l’istituto concepito per garantire i lavoratori dai rischi di vecchiaia, invalidità, morte e altre prestazioni assistenziali, rileva un proprio errore formale nella procedura, invalida tutto e blocca le erogazioni: chiedendo pure indietro i soldi già dati ai pensionati, naturalmente con gli interessi.

La storia, che va avanti da più di tre mesi, l’ha raccontata ieri il quotidiano locale La Città.

A muoversi per primi sono stati in trentasei ex dipendenti della Marzotto, i quali hanno già impugnato la decisione dell’istituto di previdenza nelle aule dei tribunali. A questi vanno ad aggiungersi altri cinquecento ricorsi scaricati negli ultimi giorni nei soli uffici di Salerno e Nocera Inferiore. C’è chi si è rivolto all’avvocato, chi invece ha preferito che a duellare con il Moloch delle pensioni fossero le associazioni dei consumatori (nel caso, l’Adiconsum). Al centro c’è un unico obiettivo: bloccare le trattenute che l’Inps sta operando sulle pensioni di questi ex lavoratori. Non saranno gli unici in Italia, probabilmente neppure i primi a dover fare i conti con un (almeno apparente) pasticcio di un grande ente pubblico: e chissà che tra le pieghe delle farraginose legislazione e giurisprudenza nazionali il go and stop dell’Inps non sia perfino corretto. Sta di fatto che i pensionati cui avevano riconosciuto un diritto se lo siano visto scippare ex abrupto. Sono pur sempre tra i duecento e i duecentocinquanta euro mensili che mancano all’appello e per chi di pensione incassa meno di mille euro -e non solo- i dolori si fanno sentire. Specialmente ad una certa età, per non dire di quando la salute sia compromessa (ove accertato) proprio per il lavoro.

La via giudiziaria prenderà la sua piega, non è escluso che sui primi casi arrivi già qualche sentenza, trattandosi di materia numericamente sensibile: previsioni allo stato impossibili. Ma c’è pure quella diretta, amministrativa, nel senso che l’Inps avrebbe già ricevuto nelle ultime ore le richieste di sospensione delle trattenute. L’effetto valanga nessuno può escluderlo. Da Tito Boeri in giù il caso è sulla scrivania dei vari livelli amministrativi, a partire dal provinciale e dal regionale.

Sul piano tecnico il ricorso punta su un errore di calcolo dell’istituto: nel trattenere la quota che ha richiesto indietro (dopo averla autorizzata) l’Inps avrebbe considerato gli importi lordi delle pensioni e non quelli netti, incidendo così anche su chi prende cinquecento euro, ciò che la legge vieta avendo stabilito la impignorabilità proprio a quel tetto minimo.

(dal quotidiano “Libero” del 4 giugno 2016)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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