OmissisIl «nonno» Mastella mette in riga dalemiani e grillini

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E’ riuscito a sferrare la prima zampata il vecchio leone della politica meridionale. Clemente Mastella passa al secondo turno e pianta la bandierina sulla strada per Palazzo Mosti, sede del comune di Benevento. Se la tendenza dello spoglio non si ribalterà nel corso della notte, dovrà vedersela con quel Raffaele Del Vecchio, vicesindaco Pd da dieci anni, col quale ha duellato aspramente in campagna elettorale. I 5 Stelle, che schieravano l’insegnante Arianna Farese, non riescono a realizzare il sogno che sembrava a portata di mano dopo i trionfi delle Politiche del 2013 (col 26,9%), delle Europee 2014 (25,8%) per non dire delle Regionali scorse, quando divennero il primo partito con il 26,9% dei consensi.

 

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Ma il sale sulla coda della contesa sannita l’ha sicuramente messo lui, per il solo fatto di esserci. Appoggiato da Fi, Udc e due liste civiche, in molti credevano non si candidasse per davvero: alla fine l’ha fatto, sbaragliando il campo di una partita che sembrava già segnata in favore proprio degli uomini della ‘Casaleggio Associati’, considerati uno tsunami alle viste. L’ex Guardasigilli invece si è buttato nella mischia sparigliando le carte. Quando ancora non c’era nulla di deciso ed ufficiale, nell’autunno scorso, l’Ipr marketing lo dava addirittura al 31%. 

Contro di lui l’apparato di potere del Pd, versante Cuperlo (precisamente D’Alema), incarnato dal sottosegretario di Renzi, l’ex socialista del Garofano Umberto Del Basso De Caro, sponsor principe di Del Vecchio. I due si conoscono bene da anni e, nel clima rovente di queste ore, se le sono date di santa ragione, sia direttamente che per interposta persona.

Non era più lui il nemico da abbattere, il male assoluto, almeno in teoria: in pratica, se è vero che da anni nelle pastoie del potere e della gestione è immerso quasi in solitaria il partito di Renzi, è altrettanto vero che il tempo a Benevento sembra esser tornato indietro da quando Mastella, tra l’entusiasmo di Silvio Berlusconi, la deglutizione del rospo da parte di Nunzia De Girolamo (schierata stavolta con il Clemente di Ceppaloni), la ritrovata intesa con Ciriaco De Mita e Gianfranco Rotondi, ha deciso di correre. Tutti contro di lui, a prescindere: con relativo corollario di attacchi e battute sulla falsariga del mai definito “mastellismo”.

Perfino “Latitante” è stato definito l’ex leader dell’ex Udeur, dal titolo di un manifesto anonimo comparso per le vie della città, ispirato dai Dem sanniti, col quale lo si accusava di non presentarsi ai dibattiti elettorali. E’ finita in tribunale, dove non sono giunti ancora i mille altri colpi bassi sferrati contro Mastella e famiglia.

E poi, di tutto, di più: «E’ un pensionato d’oro che si annoia a fare il nonno», ha detto lo sfidante Del Vecchio, tradendo il tic psicologico del politico di sinistra oggi consegnato ai seguaci del comico genovese. Ecco, il «nonno» per ora è in corsa: sul futuro dei «giovani» sono aperte le scommesse.

(dalla prima edizione del quotidiano “Libero” del 6 giugno 2016)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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