CulturaLe paure, le reverenze e il terrore di Carlo Ginzburg

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Mercoledì 16 marzo (ore 17,00) Carlo Ginzburg (nella foto) in conversazione con Stefano De Matteis presenta alla Biblioteca Nazionale di Napoli, “Paura reverenza terrore” Adelphi edizioni.

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Il libro, che ha inaugurato “Imago“, la nuova collana dell’Adelphi, ed ottenuto un vero successo di vendite, ci invita a riflettere sulle immagini come strumento più efficace del potere in un momento in cui siamo sommersi da comunicazioni visive di ogni genere dai computer, dalla tv , dalle pagine dei giornali, immagini che ci seducono, ci ordinano (compra!), ci spaventano, ci abbagliano .

Si tratta, come indica il sottotitolo di “cinque saggi di iconografia politica” , che ci guidano in un percorso attraverso alcuni esempi, notissimi e meno noti di immagini di varie epoche, che esprimono gesti di terrore per scorgere i segni del potere politico: Guernica, il manifesto di Lord Kitchener con il dito puntato verso chi guarda, il Murat di David, il frontespizio del Leviatano di Hobbes, una coppa d’argento dorato con scene della conquista del Nuovo Mondo. Immagini politiche? Sì, perché ogni immagine è, in un certo senso, politica: uno strumento di potere. Siamo soggiogati da menzogne di cui noi stessi siamo gli autori, ha scritto Tacito – e sono parole indimenticabili. È possibile infrangere questo rapporto?

Carlo Ginzburg, storico di fama internazionale, è figlio del letterato antifascista Leone e della scrittrice Natalia, nei suoi studi si è occupato prevalentemente di storia della mentalità e della cultura popolare tra il 16º e il 17º sec., con particolare attenzione ai problemi metodologici e ai rapporti tra ricerca storica e altri ambiti disciplinari.

cs

Redazione Eolopress

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