Il problema della rappresentatività delle organizzazioni di categoria ai diversi tavoli di concertazione è questione antica. Chi conosce un po’ le dinamiche sindacali, ad esempio, sa bene che molto spesso gli accordi, grandi e piccoli, con datori di lavoro o altre parti interessate, risentono del grado di rappresentatività delle organizzazioni dei lavoratori. Molte sigle, per capirci, ma non altrettanti iscritti, le cui scelte poi incidono sulla generalità degli interessati nelle varie categorie.
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Il mondo della riabilitazione, operante in regime di accreditamento col privato (che significa: io svolgo un servizio pubblico che dovresti garantire tu e per questo mi paghi) sembra non sfuggire a questa tendenza. Un universo dove i voti si pesano e non si contano, com’ è in fondo normale quando a rilevare sono i fatturati e non la somma aritmetica degli associati.
Di recente, nell’ambito degli infiniti incontri e vertici e tavoli e summit -non sempre tutti necessari- con la Regione è emersa nuovamente la contraddizione. Il governatore Vincenzo De Luca ha infatti incontrato alcune associazioni di categoria della riabilitazione il 9 febbraio scorso. Sin qui nulla di strano se non fosse che gli effetti di quell’incontro abbiano assunto il “tono” di uno scambio bilaterale tra le parti (Regione e imprese operanti nel settore) qualificando gli interlocutori dell’ente pubblico «associazioni maggiormente rappresentative». “Nova Campania”, una delle più grandi associazioni tra i centri privati accreditati nella riabilitazione, ha diramato una nota significativa sul tema: da un lato la stigmatizzazione del concetto di “maggiore rappresentatività” degli interlocutori dell’ultimo vertice, dall’altro lo stimolo al presidente della giunta regionale della Campania a metter ordine nei criteri di individuazione delle associazioni, passando attraverso una più corretta analisi del peso e del valore concreto relativi.
La nota è stata inviata a De Luca, al capo di gabinetto del presidente Sergio De Felice e al sub commissario per il rientro dal debito sanitario Joseph Polimeni. La richiesta è di una convocazione urgente.
Scrive Mauro Mastroberardino, rappresentante di Nova Campania e presidente del Tavolo tecnico con la Regione: «Apprendo, con non poco stupore, di un suo ennesimo incontro, tenutosi in data 9 febbraio, alla presenza dei due commissari governativi, dott. Polimeni e dott. D’Amario, con un coordinamento di associazioni datoriali che si definisce “maggiormente rappresentative dell’area socio-riabilitativa. Vale la pena ricordarLe, peraltro già a lei segnalato nella nota del 7 ottobre 2015, che lo scrivente si onora di rappresentare l’associazione Nova Campania, che associa il 18% del budget complessivo per la riabilitazione ex art.26 e circa il 15% del budget complessivo dell’area socio-sanitaria. Ne consegue che è inaccettabile che argomenti così seri siano discussi con una parte, certamente non maggiormente rappresentativa del mondo della riabilitazione e socio-sanitario. Pertanto, in promisi, Le chiediamo di risolvere la questione della rappresentatività delle associazioni di categoria con l’introduzione di una soglia minima di budget rappresentato e le rinnoviamo una richiesta di un incontro urgente».