Forse tutti, o quasi, conoscono anche solo di nome ‘mastro Ciro’, maestro falegname operante in Eboli fin dal 1949, quando all’età di soli sei anni entrò per la prima volta nella bottega paterna.
Il suo vero nome è Ciro Manzione, nato ad Eboli il 03 marzo 1943. Mastro Ciro ha appreso la sua arte, oltre che nella bottega paterna, in quella di Luigi Galiano e Luigi Carnevale. E’ di non poco conto la notizia che mastro Ciro sia l’ultimo artigiano dell’antica e vera tradizione ebolitana. Quando aveva sedici anni, il padre decise di abbandonare la bottega e Ciro gli subentrò con gioia; ancora ricorda le sue prime creazioni che sono state le ali per gli angioletti che accompagnano la processione del Corpus Domini.
L’attuale bottega-laboratorio di mastro Ciro è in via Fontanelle e si trova qui da oltre quaranta anni; prima invece si trovava in via Giacinto Romano. Ad aiutare il maestro c’è, come da tradizione, suo figlio Tobia nato nel 1972, plurilaureato, che ha deciso di continuare quel mestiere che appartiene alla famiglia Manzione da quattro generazioni. Prima i pezzi più richiesti erano i poggia braciere, gli sfila stivali, gli asciuga panni, oggi invece Ciro e Tobia si occupano per la maggior parte della creazione di mobili in arte povera, oltre che delle particolari richieste degli numerosi clienti.
Quando un pezzo è pronto per lasciare la sua bottega, prima di farlo, viene firmato con la scritta “Mastro Ciro Manzione” per permettere alle generazioni che ci succederanno di poter rammentare il nome di questo grande maestro. Mastro Ciro ricorda che alcuni dei suoi mobili sono stati acquistati direttamente dall’Australia, dagli Stati Uniti e dalla Svizzera. Ciro, ad ogni cliente che lo va a trovare mostra l’esposizione delle sue creazioni, che è stata allestita in due locali siti uno sotto e l’altro sopra il laboratorio. Poi si arriva proprio al pezzo migliore di tutto il “giro”: il laboratorio, dove ad aspettarci c’è il buon Tobia con in mano una menarola, un trapano a petto modificato. Ciro a questo punto si reca nel giardino, dove sono depositate a stagionare le enormi tavole di legno (Noce Nazionale, Castagno, Mogano, Ciliegio, e Abete utilizzato esclusivamente per gli interni) che diverranno vere e proprie opere d’arte, per scegliere il pezzo che più si avvicina alla forma da creare, come ad esempio pilastri, cornici, fregi, stipiti, modanature, ecc.
Ciro ci tiene sempre a far notare che quasi tutte le sue creazioni hanno incastri cosiddetti a “coda di rondine” e che egli non utilizza mai il compensato per le sue creazioni ma sempre e solo il legno naturale.
Alessio Scarpa