NAPOLI- “Il Movimento Cinque Stelle è in prima fila per i referendum contro le trivelle petrolifere. Constatiamo con poche sorprese che i due consiglieri Borrelli e Ciaramella, delegati dal Consiglio regionale della Campania alla Consulta, invece di insistere sul conflitto di attribuzione sulla vicenda trivelle hanno sostenuto che se il Governo vuole intervenire per impedire il referendum popolare, la Regione Campania non si opporrà”.
{source}
<script async src=”//pagead2.googlesyndication.com/pagead/js/adsbygoogle.js”></script>
<!– Sottotop menu –>
<ins class=”adsbygoogle”
style=”display:inline-block;width:694px;height:90px”
data-ad-client=”ca-pub-5807540174219874″
data-ad-slot=”2846875425″></ins>
<script>
(adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({});
</script>
{/source}
La denuncia è di Vincenzo Viglione, consigliere del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale della Campania. “Una linea scandalosa e contraddetta dalle parole della Presidente del Consiglio Regionale, Rosa D’Amelio – continua – che è stata molto critica nei confronti della strategia del Governo di voler mettere all’angolo le Regioni su temi tanto importanti sotto il profilo ambientale come quello delle trivellazioni”.
“I consiglieri Borrelli e Ciaramella esprimono posizioni personali e di opportunismo – sottolinea Viglione – ci tocca costatare che i timori che manifestammo a settembre in Consiglio Regionale erano più che fondati”. “Attraverso la legge di stabilità nazionale dei sei quesiti referendari promossi a settembre da ben dieci regioni, tra cui la Campania, ne è rimasto in vita solo uno – sostiene Viglione – mentre per altri due alcune regioni hanno deciso di sollevare un conflitto di attribuzione”.
“Come su rifiuti e inceneritore, la maggioranza del presidente De Luca offre l’ennesima dimostrazione della totale confusione che regna al suo interno e della completa assenza di sinergia con il Governo nazionale – conclude Viglione -. Tutto ciò a conferma che il referendum sulle trivellazioni è stato un infelice tentativo di mascherare la dura battaglia che Regione e Governo, stanno combattendo non sul terreno della tutela delle valli, del mare e delle ricchezze paesaggistiche dei nostri territori, ma su quello degli interessi lobbistici che premono dall’una e dall’altra parte”.
Ansa