OmissisTre ragazzini in ospedale per il gioco horror online

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Chissà che non c’entri un po’ Dostoevskij («L’ateo non è chi non crede in Dio ma chi crede a tutto») con questa storia: di sicuro c’entra la più plebea questione della vigilanza dei genitori sui figli adolescenti, divenuta una lotta quasi impari dalla presa in carico di Internet delle nostre vite.

 

 
Succede che all’ospedale “Santobono” di Napoli, eccellenza della pediatria italiana, siano già tre i minorenni giunti al Ps in stato di fortissima alterazione nervosa. La causa è incredibile a dirsi ma, secondo quanto scritto dal Corriere del Mezzogiorno, già deflagrata tra i ragazzini italiani: tutta colpa di “Charlie Challenge”, sorta di seduta spiritica online importata dal Messico, gioco di matite incrociate in equilibrio precario, attratte dalla forza di gravità -e perciò oscillanti con impercettibili sollecitazioni- che a seconda di dove si orientino indicherebbero le risposte dello “spirito di Charlie” evocato. Perciò l’incipit del rito para-esoterico recita il classico «Charlie, Charlie, ci sei?». 
La rete ne è inondata, Facebook ha già qualche versione e così su Youtube, Vine ed altri social network. Con i primi effetti collaterali che, seppur in percentuali ancora insignificanti, tracciano le linee di un potenziale problema futuro a più ampio raggio.
Non è neppure deep web, il web profondo ed oscuro dove puoi trovare dagli ‘snuff movies’ alle armi, dalla droga ai corsi per killer, si tratta invece di un gioco a disposizione di tutti, tutto in chiaro.

 

Il punto è che, una settimana fa, una 15enne a bordo di un bus d’improvviso diventa prima catatonica, poi suda, si irrigidisce e sviene. Condotta al Santobono, durante il tragitto in ambulanza inizierà a dare in escandescenze: «Ha preso a gettarsi acqua addosso come volesse pulirsi, urlava, mai vista una crisi così forte in una persona tanto giovane» ha detto Rosanna Saccone, il medico che ha soccorso la ragazzina.«Nel Ps sono stata avvicinata da una sua amica che mi ha spiegato cosa fosse successo, forse chiedeva aiuto».

Personalità fragili e suggestionabili, gli effetti del gioco non si sono fatti attendere. «Che io ricordi abbiamo avuto almeno altri tre casi di psicosi infantile negli ultimi giorni e per lo stesso motivo» ha aggiunto Vincenzo Tipo, responsabile del Ps del Santobono.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 23 giugno 2015)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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