OmissisSalerno, aeroporto: ultimo stipendio in attesa di De Luca

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Oggi gran riunione del Consiglio della Camera di Commercio di Salerno. Il “parlamento” degli imprenditori, l’organo sovrano che a seconda delle maggioranze nomina le varie giunte (a valle della rituale trattativa politica), dovrà discutere di tre cose: situazione dell’aeroporto “Costa d’Amalfi”, approvazione del bilancio consuntivo e, soprattutto, variazioni al bilancio ancora in corso di approvazione. Quest’ultimo, tecnicamente, l’ostacolo più complesso da sormontare tenuto conto di un paio di bocciature già operate dal Collegio dei revisori nelle ultime settimane: salvo poi, fatti due conti, calcolare la circostanza che ormai il bilancio è materia per Corte dei Conti e, dunque, fare una mera valutazione “tecnica” con relativo si alla manovra finanziaria. E’ da vedere. 

 

L’aria che tira la conosciamo, il presidente Guido Arzano incarna il classico caso del quadro attaccato con la saliva non avendo più una maggioranza, con artigiani, industriali e parte degli agricoltori contro. Oggi le sue dimissioni potrebbero essere nuovamente chieste dagli avversari, interni agguerritisi oltre misura da quando lo scandalo dell’azienda speciale Intertrade, col suo buco milionario nelle casse ‘avallato’ da almeno tre giunte successive, ha fatto da apripista. Potrebbero pure fargli avere il numero legale per la validità della seduta ma in ogni caso il bilancio non glielo voteranno. Arzano resiste, le ha già tentate tutte, provando a “comprare” nuovi alleati con allargamenti di giunta respinti al mittente ed altro: niente da fare, la situazione è immutata, anzi si è aggravata lasciando sempre aperta la porta all’unica soluzione veramente possibile, il commissariamento della Cciaa. Ipotesi non peregrina appena Vincenzo De Luca, sistemate le prime pratiche urgenti, si concentrerà sul tema: secondo alcune voci starebbe per entrare in scena l’ex presidente degli industriali salernitani, quell’Andrea Prete, da sempre simpatizzante e del Pd e dell’ex sindaco di Salerno. Prete commissario, e poi per un anno soltanto considerate le scadenze? Tutto può essere, anche se le cose congiurerebbero nel senso che un’algida figura burocratica potrebbe offrire garanzie in più a tutte le parti in causa. Altre voci darebbero l’eterno presidente della Confesercenti, Enrico Bottiglieri, come numero 1 ‘transitorio’ della giunta per scongiurare il commissariamento (con quali voti?) ma sempre in attesa che l’eventuale “pratica Prete” si perfezioni. Soluzione, in realtà, non molto realistica dal momento che Bottiglieri ed Arzano sono in pratica la stessa cosa, sguazzano nei meandri della Cciaa e del relativo universo collegato (fondazioni, associazioni di categoria, consigli di amministrazione, enti, etc.) da un tempo ormai indefinito. A quel punto si tengono Arzano -sospira una voce di dentro- senz’altro indebolito più del “fratello” della Confesercenti per mera casualità. Oltre che per posizione naturalmente più esposta.

Ma siamo ancora nel campo del gossip che tanto attizza la fantasia del lettore, almeno quello di un certo tipo: il problema vero è, come sempre, di sostanza. Ad esempio, il disastro aeroporto, dove pure ci sarebbe da scrivere un’enciclopedia per le quantità industriali di danaro sin qui succhiato, tra l’altro senza ricavarne molto, se non piste che si allungano e si restringono, miliardi di turisti nella mente dei conferenzieri-stampa, fantasie scritte e descritte per anni. Fino a questa mattina, quando nelle casse del “Costa d’Amalfi” si troveranno i soldi per un solo stipendio, chissà, forse l’ultimo per dipendenti assunti in un aeroporto dove tutto si fa tranne che volare: un gioco non più sostenibile, per nessuno. E pensare che gli economisti che governano Cciaa e aeroporto avrebbero in mente (o, forse, è già stato fatto) un altro versamento di circa 200mila euro alla società consortile, padrona della società che gestisce l’aeroporto. Tanto per bruciare un altro po’ di soldi, in attesa che san Vincenzo da Napoli tiri le castagne dal fuoco. Cosa non molto scontata. Anche perché sulla Cciaa potrebbe abbattersi da un momento all’altro un ciclone, quello della magistratura contabile che, muovendo dal ‘taroccamento’ del bilancio Intertrade, dovrà giocoforza estendere il controllo ispettivo-giudiziario sul bilancio-madre, quello della Camera di commercio.

Se è “infetto” quello di Intertrade (e abbiamo spiegato fino alla nausea perché) può mai essere “sano” quello della Cciaa che l’ha sempre assunto negli anni? Come si dice: una norma se non è logica non è una norma. Vero è che spesso assistiamo al contrario ma, più o meno, il concetto è lo stesso.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Le Cronache” del 17 luglio 2015)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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