OmissisIl successo “sbagliato”: Vincenzo De Luca è una grana

https://www.eolopress.it/index/wp-content/uploads/2015/09/377829b055e89e3afb894e7528a10996.jpg

Subito dopo i flop tattici e l’addio di Benitez al Napoli, in Campania è tutto un discutere su cosa accadrà ora. De Luca (nella foto) cade, decade, nomina un vice, ce la farà, non ce la farà, si tornerà al voto, forse no. Ricapitoliamo: l’«impresentabile» che tanto impresentabile non sembra esser stato, si trova nella situazione tecnico-giuridica di essere al tempo stesso mandatario della volontà popolare e destinatario di una sanzione penale, irrogata prima che si verificasse quella condizione, che potrebbe amputare quel diritto/dovere fino a farlo scomparire.

 

Qual è l’interesse che deve prevalere, il rispetto della decisione del corpo elettorale o quello della forma-sostanza della norma? In parole povere, è più importante la scelta degli elettori, che conoscevano i candidati forse fin troppo, oppure l’applicazione della legge, peraltro imperfetta e sotto giudizio della Consulta? Per andare ancor più nel concreto: il nuovo presidente della giunta regionale della Campania, Vincenzo De Luca, è sospeso in automatico e quindi non riuscirà neppure a mettere piede a Santa Lucia o, al contrario, ha tutto il tempo per compiere i passi necessari per espugnare il palazzo? La disputa è aperta, anzi, spalancata e non da ieri, quando lo spettro dell’impresentabile si è presentato ed ha incassato il premio. 

In questo senso, secondo l’avvocato Gianluigi Pellegrino, estensore del ricorso in Cassazione contro l’analoga posizione di condannato/sospeso del sindaco di NapoliDe Magistris, per De Luca non ci sarebbe scampo: «Lo statuto della Campania prevede una procedura complessa per le nomine del vice presidente e della giunta, nomine che devono passare attraverso due sedute in Consiglio regionale, un voto di gradimento del Consiglio sui nomi scelti dal presidente e una successiva nuova determinazione del presidente. Questo vuol dire che De Luca non può nominare in maniera automatica nessun vice che sia un suo alter ego alla guida della Regione»

Peraltro, quelli del Movimento 5 Stelle si sono già fiondati in una procura per “accertarsi” che l’ex sindaco venga sospeso. Del resto, il caos di queste settimane è anche merito loro: furono i grillini salernitani, d’intesa con un comitato locale, a ricorrere alle carte bollate per far decadere De Luca a causa della doppia posizione di sindaco e vice-ministro del governo Letta. Riuscendoci. 

Ad annunciare ora altri fascicoli giudiziari in arrivo è Valeria Ciarambino, candidata grillina alla Regione: «Stamattina abbiamo presentato un esposto contro De Luca, indirizzato anche al presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno, completo di dossier sul neo-governatore. Come campana, poi, sono preoccupata perché ho un presidente condannato». 
Libero ha scambiato due chiacchiere con un giurista specializzato in diritto amministrativo, il noto avvocato salernitano Lorenzo Lentini, presidente nazionale del Cus (Centri universitari sportivi) ed esperto di materia elettorale, lo stesso professionista che, tra gli altri, ha rappresentato le ragioni del sindaco di Napoli alle Sezioni unite della Suprema Corte. Le quali hanno sì stabilito che è il giudice ordinario e non quello amministrativo ad avere la competenza in materia di applicazione della legge anticorruzione in caso di pubblico ufficiale condannato per alcune fattispecie di reato: ma hanno anche, contestualmente, stabilito che il provvedimento di irrogazione della sospensione ha “efficacia costitutiva”, cioè se non viene prima formulato non determina il sorgere di nessuna qualifica, non attiva alcuna procedura.

La sospensione non scatta, in pratica, se non sei ancora quella cosa per la quale dovrebbe scattare. Se ne riparlerebbe quando De Luca sarà proclamato eletto, ora è ancora un signor nessuno per la Regione. Volgarizzando, è come se si volesse ammazzare qualcuno prima che nasca. In astratto si può fare, ed è ciò che c’è sul tavolo ora, ma nel concreto è altro discorso. Ma quand’è che De Luca può essere proclamato? Non prima dei 20 giorni occorrenti per il deposito del verbali di proclamazione degli eletti e quello dell’insediamento del consiglio regionale, organo, quest’ultimo, che dovrà formalmente esser portato a conoscenza della situazione particolare. Prima è come se non sapesse nulla. Dopodiché, saltando qualche cespuglioso passaggio, ci sarà la pubblicazione sul Burc, la gazzetta ufficiale della Campania: prima di ciò è come se non esistesse ancora niente. De Luca avrebbe il tempo per nominare un vice in attesa che la questione arrivi dal prefetto al premier, dopo i pareri dei ministri degli Affari regionali e dell’Interno, tempi imperscrutabili allo stato. Poi la palla va al giudice civile, con i tempi del caso.  
Approcci culturali diversi, come si vede, che si tramutano in condotte giuridiche dall’esito ambivalente. Un altro regalo del ventennio manettaro.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 2 giugno 2014) 

Peppe Rinaldi

Giornalista

Leave a Reply