In Umbria e nella Marche, come anche in Abruzzo, in Campania, e in tutto il sud, l’agricoltura biologica e’ oggi la parola d’ordine, soprattutto se si parla di vini.
Partendo dallo storico marchio umbro come Lungarotti, alle Marche, dove Umani Ronchi ha scelto di differenziare la propria gamma di prodotti puntando sul biologico, mentre Cantine Belisario da anni produce, da due vigneti dedicati, un vino certificato biologico: il “Vigneti Belisario”. Scendendo in Abruzzo, accanto ad Emidio Pepe, Cantina Tollo e’ tra i maggiori produttori italiani di vini bio.
In Campania da oltre 15 anni, Feudi di San Gregorio ha avviato un iter che ha portato la cantina ad avere quasi 50 ettari a vigneto biologico, cosi’ come risale a diversi anni or sono la conversione della Fattoria La Rivolta. In Basilicata, Cantine del Notaio produce vini da agricoltura biologica gia’ dalla fine degli anni ’90. In Puglia, il progetto biologico di Polvanera e’ improntato alla valorizzazione del Primitivo e di altri vitigni autoctoni allevati in coltivazione biologica, cosi’ come la tenuta di Bocca di Lupo di Tormaresca (Antinori), con ben 130 ettari di vigneti condotti tutti in regime biologico.
La Sicilia biologica va da piccole ma conosciute realta’ come Occhipinti e Graci sull’Etna, passando per Centopassi di Libera Terra che produce vini e prodotti bio nei terreni confiscati alla mafia, ad aziende piu’ grandi come Firriato o Cos, che segue anche i principi della viticoltura biodinamica.