NAPOLI- Due anni dall’incendio e Città della Scienza è ancora distrutta, ma pronta a risorgere dalle sue ceneri come l’araba fenice. E questo nonostante non si conoscano nomi, volti e motivazioni di chi, quella serata del 4 marzo 2013, innescò le bombe incendiarie che distrussero i padiglioni dello Science center di Napoli.
Quella sera del 4 marzo le fiamme divamparono con tale violenza che i vigili del fuoco dovettero lavorare tredici ore per domarle. Dopo, sulla spiaggia, sono rimaste solo macerie. Anche Bit, la molla parlante che interagiva con i visitatori, perse la voce: l’incendio distrusse tutto, cominciando dalla centralina da cui dipendevano i telefoni e la linea internet dei pc che le davano vita. Le indagini della magistratura partirono il giorno seguente, ma non si conoscono ancora i responsabili.
‘‘E’ grave che sia stata seguita una pista interna che ovviamente non ha portato a niente – dice Vincenzo Lipardi, consigliere delegato di Città della Scienza – Dietro le bombe incendiarie e dietro il dossier per la pista interna c’è una regia che va scoperta”. A gran voce dalla Fondazione Idis Science center chiedono di sapere chi è stato e un incontro con la magistratura ‘‘per capire in che direzione si sta procedendo’‘. Da quella notte è iniziato anche il lungo braccio di ferro su dove ricostruire i padiglioni: un dibattito che ha visto contrapporsi chi voleva l’arretramento dei padiglioni rispetto alla linea di costa così da liberare l’accesso alla spiaggia a chi ha chiesto che la struttura venisse ricostruita sulla stessa area.
Lo scorso 19 febbraio, si è conclusa la prima fase del concorso di progettazione per il nuovo Science Centre e rese note le 15 idee progetto del bando, così come previsto dall’Accordo di Programma quadro ‘‘Ricostruzione di Città della Scienza”, sottoscritto il 14 agosto dello scorso anno, alla presenza del presidente del Consiglio dei ministri, Matteo Renzi, dai Ministeri dell’Ambiente, delle Infrastrutture e dell’Universita’ e dalla Regione Campania. La commissione, presieduta dal direttore di Città della Scienza Luigi Amodio, ha esaminato le 98 idee-progetto pervenute da tutto il mondo prima di selezionare i 15 che accederanno alla seconda fase. Il concorso, che rispetta l’anonimato dei partecipanti, si concluderà entro la fine di maggio con la proclamazione dei primi tre. Ma dall’avvio dei lavori serviranno almeno altri due anni e mezzo per vedere rinascere Città della Scienza.
L’importo stanziato è di 54,9 milioni di cui 29,4 della Regione Campania – Delibera Cipe e 25,5 della Fondazione Idis-Citta’ della Scienza. C’è ”un fronte”, per Lipardi, ”nato ad hoc per bloccarci, ma abbiamo dimostrato che c’è una comunità scientifica, a Napoli, che non china la testa e va avanti”. Domani Città della Scienza apre le porte a tutti con ‘‘La grande festa per la ricostruzione”: eventi, laboratori, dibattiti e la mostra fotografica ”Messa a fuoco”: i fotografi Antonio Biasiucci, Fabio Donato, Mimmo Jodice e Raffaela Mariniello offriranno il loro sguardo su Città della Scienza a due anni dall’incendio che l’ha devastata.
Laura Pirone
Ansa