ARCHIVIOSciascia poteva essere tutto: tranne che «intellettuale organico»

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Sciasciaa Leonardo

Non era l’uomo del canone inverso, men che meno l’intellettuale, anzi detestava che qualcuno lo definisse così. Leonardo Sciascia un canone neppure l’aveva. E chissà se lo scrittore siciliano dalla vasta intelligenza, scolpito a cavallo di una Trinacria a mo’ di coccodrillo dal genio di Giorgio Forattini non basterebbe a far capire dove va Todomodo, la rivista internazionale che i suoi amici hanno immaginato in suo nome nel 1999, a dieci anni dalla morte, e che oggi a Napoli sarà illustrata a Palazzo Serra di Cassano nella sede dell’Istituto italiano per gli studi filosofici.

Libero ha parlato con Francesco Izzo, motore e già presidente dell’Associazione amici di Sciascia (www.amicidisciascia.it), semplice lettore il cui incontro con Sciascia, prima nella sola carta e poi nella carne di una ricca frequentazione, cambiò la vita. Questa mattina il prestigioso istituto diretto dall’avvocato Gerardo Marotta e l’associazione di presenteranno il volume edito da Olschki. Sullo sfondo una due giorni, oggi e domani, con al centro il pensiero -in senso tecnico- di uno dei «massimi ambasciatori del vero made in Italy» perché , come spiega Izzo «C’è un made in Italy del cibo, uno della moda e molto altro: noi pensiamo che Sciascia, oltre ad essere un autentico classico, incarni l’idea profonda di un modo di essere».

Che era quale?
«Quello di non essere e non aver fatto nascere poi un “canone Sciascia”. Quando si interrogava sulla direzione della letteratura diceva che molti provavano a volerla per forza accasare».
Questo allude all’insofferenza verso ogni classificazione?
«Direi di sì. Né intellettuale, figuriamoci poi se “organico” in un’epoca in cui sappiamo cosa ciò significasse»
Un eretico, magari compiaciuto, in un mondo dove tutti si dicono eretici?
«Assolutamente no, compiaciuto affatto. Direi dubbioso. Una intelligenza gigantesca, attraente per personalità dagli orientamenti diversi».
Oggi dove starebbe Sciascia?
«Capisco la tentazione ma vorrei sottrarmi a questo gioco».
Ne parleranno alle 12, tra gli altri, Antonio Manzo, inviato del Mattino e Carlo Fiaschi che, con Izzo, è direttore editoriale di Todomodo.
Subito dopo la scopertura di una lapide sull’antico ingresso dello storico palazzo napoletano (chiuso dal 1799).

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 21 novembre 2014)

Redazione Eolopress

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