ARCHIVIOScandalo rifiuti e conti da pagare: Caldoro ‘studia’ come trascinare Bassolino in tribunale

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Rifiuti bambina cammina sopra

Non tutti i tribunali sono come quelli italiani, dove una cosa può succedere ma anche no. Se è un organo giudiziario sovranazionale o di un altro paese a stabilire che da una sentenza di condanna ne derivi l’applicazione di una sanzione, civile o penale, stai certo che andrà in quel modo. Com’è il caso dell’Italia, che dovrà metter mano al portafogli per colpa (anche) della convinzione che lo scandalo dei rifiuti della Campania non lo avrebbe alla fine pagato nessuno. 

Invece, la mazzata per il mancato rispetto delle prescrizioni Ue sarà di quelle pesanti, al netto del fatto che i fondi del ciclo 2000/2006 per la differenziata sono stati sospesi per tutti. Una notizia che non farà molto piacere al resto delle Regioni. Poco meno di 50 milioni (46) di “acconto”, più una multa a forfait di circa 60, più una “diaria” da oltre 256 mila euro, più, infine, un’altra somma forfettaria di 28 mila euro moltiplicata per i giorni di persistenza dell’infrazione.

Lo ha deciso la Corte di giustizia europea, definitivamente bocciando il ricorso dell’Italia contro l’analoga decisione della Commissione Ue. Sanzioni all’Italia, però, non solo alla Campania perché è lo stato l’interlocutore delle istituzioni europee ed è ad esso che contestano le inadempienze. Lo ha detto pure il ministro dell’Ambiente, Galletti, commentando una vicenda che ha, oltre a quelli finanziari, risvolti ambientali e sanitari determinanti ai fini della della maxi multa. E dire che, mentre ne parliamo, un’altra procedura di infrazione è in corso di valutazione per l’identico motivo. 

Tutto è successo per una ragione che travalica il disastro generale di un ventennio le cui immagini sono ancora negli occhi del mondo: c’è una “aggravante” dovuta al fatto che per mettere in piedi tutto il sistema dei rifiuti, degli impianti esistenti e di quelli solo immaginati -il piano Bassolino del 2000- siano stati utilizzati fondi europei (Fesr) a frotte, soldi che invece non potevano essere usati per quello scopo. Specie se alla fine non è servito a niente.

Più volte l’Ue ha avvisato, l’esito è quello di un treno che ci ha messo 14 anni a sbattere ma alla fine c’è riuscito. Le polemiche non si sono fatte attendere e s’è perfino assistito ad un surreale siparietto: un pezzo di establishment che ha gestito quella pioggia infinita di danaro -quasi tutto del Pd- si doleva per il brutto esito quasi fosse responsabilità dei marziani. Con la gestione Caldoro il quadro s’è più o meno normalizzato anche se c’è ancora strada da fare. Lunedì la giunta regionale formalizzerà la procedura per l’individuazione dei responsabili del disastro dopo il disastro. Tradotto: Caldoro valuta come trascinare Bassolino in tribunale.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” dell’8 novembre 2014)

Redazione Eolopress

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