SALERNO- Lelio Schiavone e Antonio Adiletta hanno scelto, per l’incontro augurale con gli amici di sempre, le firme che hanno accompagnato le quarantasette stagioni espositive della loro galleria Il Catalogo: in mostra sino all’Epifania, idee per un regalo realizzabile da tutti, attraverso un’ampia scelta ben distribuita tra disegni, oli e dipinti e quest’anno con delle ceramiche, pezzi unici dei nostri maestri Mario Carotenuto, Enzo Caruso, Nello Ferrigno, Virginio Quarta, Alfredo Raiola.
Sulle mura della galleria i diversi linguaggi dei capiscuola italiani del Novecento, continueranno a raccontare i percorsi artistici dello storico spazio, attraverso un’esposizione che propone una panoramica su un periodo storico di estrema vitalità per l’Italia in generale e per il contesto dell’arte nello specifico, che riflette quel momento di passaggio di grande forza e felicità espressiva. La fioritura di movimenti artistici dimostra la vivacità di quel periodo, dal Realismo all’Astrattismo fiorentino e come artisti di generazioni ed orientamenti diversi segnarono il dopoguerra con opere di grande intensità. Dai maestri De Pisis e Sironi, ai giovani che furono l’espressione di quel rinnovamento nei loro distinti itinerari, fino a figure che avranno grande successo in campo internazionale come Mino Maccari o Ottone Rosai.
É, questa collettiva, il racconto di diversi ingegni alla ricerca, affannosa e creativa, di nuove possibilità espressive. Una ricerca che non ha corrispondenti in Europa: Milano, Torino, furono insieme a Firenze, Roma e Venezia le principali città nelle quali la vita artistica italiana riprese impulso. Pur da sponde diverse, in alcuni casi decisamente contrapposte, la premessa comune degli artisti italiani sembra non poter essere che la rimozione quasi senza appello di quasi tutto ciò che era accaduto prima dei due eventi mondiali. Nello spazio espositivo del Catalogo, dialogheranno tra gli altri, Enrico Paulucci, Alberto Ziveri, Renato Borsato, Antonio Possenti, Sergio Scatizzi, Franco Gentilini, con uno spazio d’elezione riservato anche ai giovani talenti della galleria Giovanni Tesauro e Eliana Petrizzi.
Le ceramiche saranno l’effettivo simbolo di questo Natale. Nate da un forno simile ad un piccolo atanor dalle pareti vivificatrici, ammireremo la creazione, la stranezza di intelligenze artistiche infinitamente mescolate, che non opporranno alcun ostacolo a folgoranti identificazioni: il cavallo giallo e il ratto d’Europa di Nello Ferrigno, il vaso con la mistica spirale, simbolo di energia ed espansione e uno scarnificato crocifisso di Mario Carotenuto, un particolare vaso dipinto con la tecnica ingobbio, la cui origine si perde nella notte dei tempi, di Enzo Caruso, una colomba, caratterizzata da un nodo d’amore e un magnetico vaso blu di Alfredo Raiola, l’intensa opera “Frammenti” di Virginio Quarta. Nell’immaginario dei ceramisti il mitologico e l’onirico reagiscono qui in un’alchimia che trova il suo giusto mezzo nel fuoco che trasforma la terra e il colore nell’oggetto, ritrovando la physis e l’initium, quel movimento primordiale, senza fine ricorrente, dell’Uomo, che a Natale, dovremo riscoprire, insieme, con nuova meraviglia, se vogliamo, in futuro, tornare a levare la nostra lampada e far luce.
Olga Chieffi