«Il Puc non c’entra, abbiamo ricevuto attacchi politici da una clinica privata concorrente, da un giornalista e da un blog. Anche il Dg Squillante, voleva chiudere l’Ises. Non abbiamo ceduto a ricatti e pressioni per salvare i 102 posti di lavoro». Sono parole di Martino Melchionda, già sindaco di Eboli, che seguono le frottole del suo vice, Cosimo Cicia, su analogo argomento. Più o meno. Parole che meritano una piccola esegesi, che non preceda, però, la convinta ammirazione -cui segue sincera solidarietà -per aver ben allevato categorie umane che ci hanno messo mezzo secondo a buttarlo a mare: quando il maestro è di qualità rischia che il discepolo lo fagociti. Detto questo (si dice così?) passiamo alle ‘visioni’ dell’ex sindaco riferite in pubblica conferenza stampa alcuni giorni fa.
Gli attacchi della «clinica privata concorrente» nessuno sa cosa siano di preciso: forse si riferisce alla coop ‘Sanatrix-Nuovo Elaion’, ma potrebbe pure non essere visto che sarebbe come se una Mercedes nuova di zecca fosse angosciata dalle prestazioni di una Fiat 500, peraltro con targa vecchia. Ad ogni buon conto sono fatti loro, vicende che non riguardano la cronaca e che non cambiano il merito delle questioni.
Che Squillante volesse chiudere l’Ises sembra ovvio: la struttura è fuori legge, i disabili sono ‘prigionieri’, i dipendenti non vengono pagati da mesi, il Mise ne ha chiesto il commissariamento, ci sono tre indagini giudiziarie e un processo già incardinato, non c’è un soldo in cassa visto che le rimesse Asl servono – solo per fare l’ennesimo esempio- per pagare fatture di circa 26mila euro per igienici messi chissà dove (quelli della struttura -come dire?- lasciano il tempo che trovano nonostante rocamboleschi maquillages). Eccetera. Cosa dovrebbe fare un manager Asl, farsi mettere in galera perché un sindaco simula eroismo per la salvaguardia del lavoro sapendo che c’è sempre chi se la beve? Se proprio si voglia verificare quanto a cuore avesse il destino dell’Ises, tra i vestiti sartoriali individuabili nel documento urbanistico approvato in giunta, dell’Ises non c’è traccia. Se non si tratti di un Puc diverso, quello visionato si premura dell’ospedale civile (che deve restare così com’è, fatelo sapere alle ‘mamme-qualcosa’), dell’Elaion (lasciato intatto pur esso) e solo per il Campolongo Hospital sarebbe previsto un aumento dell’indice fondiario con relativa possibilità di espansione nella pineta (!). Vaste programme, disse qualcuno.
Ecco, ai dipendenti Ises che in orario di lavoro festeggiavano (ma cosa?) nell’aula consiliare andrebbe spiegato cosa ci sia dietro le ‘palle’ di Melchionda. Come pure andrebbe ricordato che, al di là della montagna di illegalità consumatesi tra enti locali, strutture distrettuali e centrali, organi di vigilanza, ispettorati vari, e al netto dell’assalto alla diligenza degli amministratori, se l’Ises sta per sprofondare è grazie proprio all’ex sindaco: fu lui ad aprire la vertenza in prefettura per carenza dei requisiti, il meccanismo l’ha azionato lui con atti ripetuti -e contradditori- che ne hanno minato le fondamenta. Le fesserie sulla variante al Puc che consentirebbe all’Ises di delocalizzarsi s’è capito quanto piacciano a protagonisti e commentatori: tanto. Se pure il commissario prefettizio appena giunto volesse farsi arrestare insieme a chi l’ha preceduto neppure ce la si farebbe in 4 o 5 anni: fermo restando che servirebbe una barca di soldi e si sa chi, oggi, può contarvi. Nel frattempo?
Ecco perché non vanno sprecati inchiostro e tempo per rincorrere scemenze che non investono neppure strutture di quel tipo: a meno la “clinica del fu Pd” non sia iscritta nell’apposito registro previsto dalla L.104 e non insista già sul terreno indicato un immobile dedicato. Quindi, di che parliamo?
Allo stato, tornando nella cronaca, la situazione è questa: circa 70 disabili non possono più ricevere dall’1 ottobre scorso le relative terapie perché l’Asl non le ha autorizzate visto che il centro non è accreditato. Inutile ripetere perché non lo sia. Quindi i terapisti vanno sul posto di lavoro a cambiar aria. L’altro giorno pare abbiano recuperato come direttore generale (cioè?) un soggetto che sarebbe un ex sindaco o un vice-sindaco di un paese del medio Sele, Altavilla Silentina o Albanella. Si capirà anche questo: quel che è pacifico, sembra, è che chi lo ha preceduto avesse qualche grana giudiziaria per faccende legate al commercio di pollame ed uova. Il nuovo arrivato dovrebbe svolgere la funzione di tagliatore di teste.
Il “giornalista” -infine- che ha contribuito alla caduta dovrebbe essere lo scrivente: che, purtroppo, non ha troppo tempo da dedicare a ‘Melchionda & C’. Così come ha – tra le altre cose- una testata giornalistica web regolarmente registrata in tribunale. Il blog è un’altra cosa, uno strumento di diletto. Dovrebbe saperlo.
A meno che si trattasse di un refuso: voleva parlare dell’Isis, in Siria. E tutti hanno capito Ises. Succede.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Cronache del Salernitano” del 3 ottobre 2014)