E’ appena passata un’altra, edoardiana “nuttata” fatta di intasamenti fognari e allagamenti stradali, che Napoli subito si ristora con un fondamentale sportello municipale per gay, lesbiche e transex. Prossima apertura il 30 settembre, a pochi passi dall’università perché qualcuno, tra i promotori, deve aver letto da qualche parte che “il problema deve essere affrontato in primis nel mondo giovanile”.
Sono fortune che non tutte le città, specie di quelle dimensioni e con quei problemi, possono spendere: e poi non tutte hanno come sindaco un fuoriclasse paragonabile all’ex pm De Magistris (nella foto con Vladimir Luxuria e l’ex assessore Pino Narducci in una scorsa edizione del gay pride) uno che ha le idee chiare sulle priorità da affrontare. A partire dall’ossessione di piacere a questa fetta di elettori. Pochi mesi fa un altro imprescindibile passo in avanti con l’istituzione di un registro anagrafico per la trascrizione dei matrimoni gay, nonostante l’ossimoro verbale e il flop sostanziale delle iscrizioni.
Ora veniamo a conoscenza che in via Porta di Massa, a due passi dalla Federico II, gay e lesbiche potranno esser tutelati nei loro diritti. Grande la soddisfazione espressa dall’assessore alle Politiche giovanili Francesca Clemente. Per non farsi mancar nulla e, probabilmente, per combattere la disoccupazione dilagante anche tra i ceti intellettuali, in questo sportello opererà un gruppo di specialisti, con medici ed avvocati.
Tutto è stato possibile grazie ad un progetto Ue contro la cosiddetta marginalità giovanile: se a questo poi accoppi le paroline magiche “omosex”, “gender”, discriminazione e roba di questo tipo, stai sicuro che l’Europa i soldi li sgancia senza troppe storie. Una ragione ci sarà. Il progetto è stato seguito, passo dopo passo, dagli assessorati comunali alle Politiche Giovanili e dalle Pari Opportunità.
Poi c’è la città vera, reale, quella della gente normale alle prese con la vita di tutti i giorni. Ci sono i guai delle mense scolastiche, dei libri di testo, delle voragini nelle strade, del crimine antico e nuovo, dei presidi sanitari irraggiungibili, dei trasporti, del costo della vita, degli anziani soli da assistere, delle ragazze madri da accompagnare, dei bambini orfani, insomma tutto il mondo vero che, pur non escludendo anche le necessità degli omosex, ha a Napoli un’oggettiva precedenza.
“Ci sono le famiglie da tutelare, i rifiuti che tornano per strada, buche nel manto stradale ovunque e ci si balocca con queste cose per un pizzico di consenso, visto che in città ormai l’ha perduto del tutto. Non ho remore a dire che Napoli oggi è’ in condizioni schifose aggravate da questa amministrazione come non mai” dice il leader di centrodestra Gianni Lettieri. Al quale fa subito eco il presidente della Commissione trasparenza Andrea Santoro, Ncd: “Spero che De Magistris la smetta una buona volta di strumentalizzare queste persone. Dal rione Perlingieri al Traiano, da Soccavo a Pianura, da Fuorigrotta al centro storico, Napoli e’ un’immensa area degradata. Prima di gay e lesbiche vengono, ad esempio, le buche stradali e la potatura degli alberi che ormai nessuno fa più”. Lapidario ed eloquente il commento di un altro esponente del centrodestra napoletano, Pietro Diodato: “Napoli non è mai stata così brutta e sporca, anche l’aria sembra esser peggiorata. L’unica cosa buona e’ sapere quando il sindaco se ne andrà a casa”.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 13 settembre 2014)