Omissis-ArchivioIl caso della «clinica del Pd» e le frottole di un vicesindaco: del Pd

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«Nelle scorse settimane abbiamo assistito ad una campagna di stampa con il continuo propalare di notizie non riscontrate frammiste a vere e proprie ricostruzioni fantasiose dei fatti».  Nientedimeno. 

Quello che avete appena finito di leggere è un passaggio della nota diffusa dal vice sindaco di Eboli, Cosimo Cicia, all’indomani della rituale circolazione di scemenze sulla «clinica del Pd», il centro Ises (foto) struttura abusiva, fuori legge, priva dei requisiti chiesti dalla normativa e, ciononostante, ancora in funzione: questo, tanto per capire i termini veri del problema prima di divertirci un po’ a fare un piccolo controcanto al numero 2 del potere politico locale. 

Nel continuare a «propalare notizie fantasiose» si fa evidente che Cicia non ha idea della natura dei problemi dell’Ises oltre che delle norme per l’accreditamento istituzionale delle strutture sanitarie e socio-sanitarie in Campania: il che è strano, visto che notoriamente è un competente infermiere professionale e qualcosa del sistema dovrebbe conoscere. Informarsi nel suo ambiente non gli sarà precluso. 
E’ singolare che non sappia alcune cose, visto che l’ultima volta che Cicia ha parlato con lo scrivente affermò di non sapere se il centro avesse ottenuto o meno la certificazione di agibilità. Un assessore all’Urbanistica che non sa queste cose, tra l’altro su un tema altamente sensibile, è una notizia in sé: a volte, però, si fa anche finta di niente, almeno fino a quando non salti in mente di definire «fantasioso» ciò che anche le pietre sanno essere una tragica realtà. 

Dovrebbe sapere, Cicia, che sono in corso di pubblicazione i decreti di accreditamento della Regione e che quest’attività dovrà concludersi entro il 31 ottobre. Dovrebbe pure sapere che senza il titolo di ‘accreditato’ la clinica non potrà più operare per conto del Servizio sanitario regionale. Un titolo che non potrà più dargli nessuno checché facciano credere ai dipendenti, anche con riunioni di “vertice” con Asl e sindacati che meriterebbero l’irruzione della polizia.
Ci si chiede, dunque, perché Cicia inganni lettori e lavoratori con ciclopiche stupidaggini del tipo «non ritengo vi siano le condizioni per chiudere la struttura». Lui non ritiene. Non dipenderà mica dalla ragnatela di cugini, affini, collaterali, nipoti, zii, nonne e trisavoli del vicesindaco che lavorano lì? E’ fantasiosa questa notizia? Certo, la parentela non è un reato e le persone in quanto tali sono fuori discussione:  diventano un ‘problema’ quando si dicono fesserie che, tra l’altro, investono dei povericristi prigionieri che nessuno si decide a liberare, lavoratori e relative famiglie, cittadini in generale e tanti, tanti soldi pubblici. Cicia non è il solo ad avere ‘conflitti’, questa è una costante della maggioranza Pd di Melchionda.

Va ricordato -ancora- a Cicia che i requisiti minimi per le attività sanitarie sono stati adottati nel 2001. La struttura ha avuto 13 anni per adeguarsi. L’Ises non l’ha fatto come invece hanno fatto quasi tutte le strutture salernitane e campane. Perché? E’ fantasia pure questa? Non si può esercitare un’attività sanitaria -per la verità lì dentro non si può esercitare proprio niente- in un immobile destinato a abitazioni civili (il trucchetto di far risultare l’anziano coinquilino custode/portinaio è comico, ma questo lo vedrà poi la magistratura) e senza possedere gli standard previsti dalla normativa regionale (barriere architettoniche ancora presenti, scala antincendio, sistemi di emergenza, infissi interni ed esterni fuori norma, sbarre alle finestre, etc). Preoccupa, ancora, la labilità della memoria del vicesindaco su un punto centrale: fu proprio il suo sindaco a dichiarare in prefettura che l’Ises non ha il certificato di agibilità. E allora, di che parliamo? Come pure quell’altra balla sesquipedale della legge 104/92 con cui cercano di menare il can per l’aia: Cicia dovrebbe sapere -è pur sempre assessore all’Urbanistica- che a tutti è rivolta quella legge tranne che a un centro come l’Ises. Eppure continua, continuano a dire che ci sarà una delocalizzazione in altra area attraverso una variante urbanistica ad hoc. Sempre che non ammanettino prima un intero consiglio comunale.
Intanto oggi doveva tenersi una riunione in prefettura chiesta da (inutili) sindacati, per il ritardo degli stipendi: pare che i lavoratori non ne ricevano da alcuni mesi. Eppure le erogazioni dall’Asl ci sono state, l’ultima è perfino “illegale” ed ammonta a circa 3milioni di euro.
O è fantasia pure questa?

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Cronache del Salernitano” del 25 settembre 2014)

Peppe Rinaldi

Giornalista

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