La goliardia è stata una parentesi: ora torniamo alle cosiddette cose serie continuando questo breve viaggio in uno dei palazzi del potere salernitano e campano, la Camera di Commercio di Salerno (foto) con aziende speciali annesse. Tra queste c’è Intertrade, società ‘figlia’ della Cciaa e di essa causa di squilibrio economico per circa sei milioni di euro, come abbiamo documentato nelle precedenti puntate. In questo scenario non c’è solo Intertrade: c’è pure ‘JurimpreSa’, altra azienda speciale con analoga natura, per genesi e gestione.
Per capire di cosa parliamo dobbiamo prima riassumere il senso di questa struttura: diciamo che il faro di quest’azienda speciale è rappresentato da due parole ‘terribili’, abusate quant’altre mai e dietro cui, spesso, si materializzano contesti di segno opposto: legalità e trasparenza.
“JurimpreSA- Azienda Speciale per il Diritto e la Competitività della Camera di Commercio di Salerno” promuove la diffusione di strumenti di risoluzione delle controversie commerciali, anche in materia bancaria, oltre a garantire condizioni di trasparenza del mercato degli appalti, nazionali e internazionali, per servizi, lavori e forniture. Senonché, come spesso accade vivendo al riparo di insegne così impegnative (legalità e/o trasparenza), spuntano circostanze che rischiano di minare all’origine la ‘regolarità’ dei protagonisti principali. A giudicare da quanto sta emergendo, sembra che a capo di JurimpreSa vi sia un soggetto con un vulnus interessante sotto il profilo della cronaca, specie se questa si interessa di un’azienda finanziata con soldi pubblici che ha come mission (si dice così?) la diffusione di culture ‘legalitarie’ e roba del genere. In parole povere, se saltasse fuori che il dottor Innocenzo Orlando, direttore di JurimpreSa (ma anche di Intertrade) abbia seguito una progressione in carriera caratterizzata da un via vai di carte, documenti, delibere e titoli ‘confusionari’, come la mettiamo?
Il direttore di queste due aziende speciali (si consideri che parliamo di un dirigente pagato profumatamente con i soldi della imposte obbligatorie agli imprenditori) risultò non idoneo alla selezione per l’assunzione alla Cciaa nel 1993 ma si ritrovò comunque dentro al sistema con un posto all’Eurosportello di Napoli, dove ha lavorato fino al 2000. Successivamente risulta vincitore per un posto nel “Coordinamento tecnico di Intertrade” (la cui selezione, per la verità, non vide una marea di domande di adesione) con inquadramento di primo livello secondo il contratto nazionale per il commercio.
Il 23 maggio 2003 (delibera n.23 Intertrade) Orlando viene nominato direttore con qualifica di dirigente ma dopo poche settimane la deliberazione viene sospesa. E qui c’è un primo enigma, chiamiamolo così. Perché Intertrade sospende l’incarico visto che nell’affidamento originario ci si sperticava in lodi per le capacità professionali e morali di Orlando (che, ovviamente, non sono in discussione in questa sede)? Sembra che al tempo ci fosse lo zampino dei sindacati i quali erano preoccupati da altre nomine più gradite, da farsi prima in Cciaa e poi nelle aziende speciali. Quindi, veloce dietro-front e revoca della nomina che avrebbe dovuto spianare la strada ad una carriera a sei zeri: in questo habitat, a quanto è dato di capire, se raggiungi i vertici porti a casa cifre “scandalose” (queste si), se si pensa che un segretario generale di Camera di Commercio ha uno stipendio di poco meno di 300mila euro annui. Più di Obama, per capirci.
Passano sei anni e succede che il 24 febbraio 2009, il direttore Orlando rinuncia per iscritto, con formula “ex tunc” (cioè a far data da allora) ai diritti derivanti da quella delibera di “promozione” e solo dal mese successivo gli fu riconosciuta la qualifica di dirigente e, di conseguenza, applicato il trattamento economico corrispondente. Soldi in più, in pratica. Quindi, in un primo momento è idoneo, poi l’idoneità viene revocata, poi c’è la rinuncia a ogni diritto e, infine, dopo un mese la qualifica la ottiene nuovamente. Si dirà: dov’è la notizia, hai visto, ha pure corretto il tiro? Non è proprio così, in quanto alla data del 30 aprile 2010 il direttore Intertrade e JurimpreSa risulta nell’elenco ufficiale dei Segretari generali per Camere di Commercio (abbiamo già detto, posto di prestigio, potere e soprattutto tanti, tanti soldi).
E allora? Semplice, qualcosa non torna: sembra infatti non potesse starci perché la legge disciplina rigidamente la materia e, tra molti altri requisiti, chiede esplicitamente che per poter essere ammessi in quest’elenco bisogna avere la qualifica di dirigente da almeno tre anni. Se Orlando l’ha ottenuta nel 2009 come fa a trovarsi nell’elenco del 2010? Avrebbe dovuto averla dal 2007 secondo ciò che dicono le norme. Si comprenderà che non è questione di lana caprina ma di sostanza. Ci sarà stato uno sbaglio, un errore materiale o, forse, il nome s’è iscritto da solo nell’elenco: si chiamerebbe ‘telecinesi grafica’. (4-continua)
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Cronache del salernitano” dell’1 settembre 2014)