NAPOLI- Mentre la politica aspetta solo l’ultima “kermesse” napoletana di Matteo Renzi per chiudere i battenti per ferragosto, il Partito Democratico campano e’ alle prese con le esigenze di “cassa”. In particolare, stando a quanto risulta a Il Velino, nei giorni scorsi dai vertici amministrativi del Pd sarebbe partita una lettera indirizzata ai deputati e ai senatori non in regola con i versamenti della quota mensile di stipendio destinata alle casse del partito.
La “quota” ammonta a 1.500 euro mensili, di cui 500 destinati al partito provinciale. Considerato che lo stipendio di un deputato oscilla tra i 15 e i 18mila euro lordi al mese, l’esborso non dovrebbe essere un problema. Ma il condizionale e’ d’obbligo: a quanto pare, infatti, sarebbero diversi i casi di “morosita’” che riguardano i big del Pd. Nomi? Per ora non se ne fanno, se non quelli dei “virtuosi”, ovvero di chi e’ in regola: la segretaria regionale Assunta Tartaglione, Salvatore Piccolo, Giorgio Piccolo, Massimiliano Manfredi. Gli altri sarebbero tutti, piu’ o meno, in difetto. E non mancano casi-limite: c’e’ chi invece dei 1.500 previsti versa soltanto 350 euro mensili e ha gia’ accumulato un arretrato consistente e chi a fronte di un “debito” di 10mila euro ha versato una prima tranche di 3mila per “tamponare” manco si trattasse di una cartella di Equitalia. Ma c’e’ un dettaglio del regolamento del Pd che suggerisce a chi ha velleita’ di candidatura alle primarie per la scelta del candidato alla presidenza della Regione di mettersi in regola: chi risulta “moroso”, infatti, non e’ candidabile. E tra i destinatari delle lettere di “recupero crediti” ci sarebbero almeno un paio di aspiranti sfidanti di Stefano Caldoro.