ARCHIVIOE il partito degli onesti fu sorpreso a rubare acqua per la festa dell’Unità

admin20/06/2014
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Picierno taglia nastro Pomigliano

Nonostante abbia guardato con distacco all’ultimo referendum sull’argomento, il Pd considera davvero l’acqua un «bene comune». Nel senso che se ne appropria liberamente, allacciando tubature alle condotte senza passare per la società di gestione: in parole povere, abusivamente. Com’è accaduto con l’esproprio idrico effettuato dalla sezione di Pomigliano D’Arco, area ad altissima densità sinistrorsa da sempre. E’ successo poche sere fa, all’inaugurazione della Festa dell’Unità o Democratica che dir si voglia. 

Due allacci abusivi sia presso la sede del Pd, in via Mazzini 32, che presso l’area in cui si tiene il democratico evento: due tubi agganciati sul montante della fornitura del vicino numero 30, rimossi solo ieri mattina quando i tecnici della Gori spa (la mista che gestisce il ciclo delle acque) sono giunti sul posto in seguito a segnalazione anonima. La cosa, tecnicamente, configura un furto vero e proprio, lo stesso di cui le cronache sono piene, con arresti di persone che rubano energia elettrica, acqua o gas. Stavolta pare non sia accaduto nulla, almeno non ancora.

Eppure era tutto organizzato secondo le regole di questo grande partito che -come dice spesso il premier- «vorrei ricordare a tutti che sta cambiando, rivoluzionando l’Italia»: taglio del nastro con l’onnipresente Pina Picierno (foto in alto da “www.ilfattovesuviano.it”) con segretari e dirigenti di sezione, compagni e compagne, volontari e volontarie, uniti nell’applauso. Se non fosse stato per questo piccolo dettaglio, sarebbe andato tutto liscio. Il Pd si sarebbe fatto la sua festa e tutti avrebbero trascorso belle serate in avvincenti dibattiti, magari sulla questione morale (altrui). Ma, soprattutto, il partito del premier avrebbe potuto continuare la sua compagna «di tensione etica» per le dimissioni del presidente della Gori spa, il vice-coordinatore campano di Forza Italia Amedeo Laboccetta.

Il quale, comprensibilmente, ha diramato una nota densa di ironia appena venuto a conoscenza della storia. «Eccola la doppia morale dei comunisti: chiedono la mia testa per un’inesistente incompatibilità alla presidenza della Gori e poi rubano l’acqua per la festa dell’Unità. Possono cambiare i simboli e i nomi dei partiti, ma il loro doppiopesismo è sempre duro a morire. Purtroppo, per due giorni hanno bevuto a sbafo e a spese della collettività. E questi sarebbero i renziani di Napoli? Che cosa dicono ora Saviano e Peppe Russo? E i grillini ora non protestano?».  Evidentemente no.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 20 giugno 2014)

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