CASERTA- “È doveroso riaprire il tavolo tecnico di confronto sul nuovo pastificio della Pallante srl, per mettere in atto tutti i provvedimenti opportuni, affinché questa importante realtà produttiva del nostro territorio non debba ricorrere a delocalizzare in altre regioni e allontanarsi dal nostro territorio con conseguenze che sono facilmente immaginabili. Una vera e propria follia burocratica, che si protrae da quasi tre anni, rischia di mettere a repentaglio centinaia di posti di lavoro in provincia di Caserta a causa della vicenda di cui la Pastificio Pallante srl è, suo malgrado, protagonista”.
È quanto dichiara l’assessore alle Attività produttive della Regione Campania Fulvio Martusciello, in merito alla nota che il presidente di Confindustria Caserta, Luciano Morelli, ha inviato all’Assessorato alle Attività produttive, per rendere conto dell’intera vicenda.
“La Pallante nel 2011 ha acquistato un terreno agricolo nel Comune di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta, per realizzare un nuovo pastificio. Dopo un iniziale parere positivo, nel 2013 la Soprintendenza Archeologica ha rivisto in negativo il suo giudizio sulla destinazione di utilizzo del terreno, in virtù di probabili reperti conservati nel sottosuolo. Il parere, comunque non vincolante, si è sommato poi all’ulteriore criticità registrata dalla Pallante: l’asservimento con vincolo di inedificabilità a favore del Comune di Pignataro Maggiore con un atto risalente al 1992, sul quale l’amministrazione comunale non si è mai espressa. Due ostacoli tecnici, asservimento e contrastante parere della Soprintendenza, più formali che sostanziali, che però hanno finito per interrompere una serena valutazione dei presupposti e dei requisiti riguardanti l’investimento della Pallante.
“L’Assessorato alle Attività produttive della Regione Campania si impegna a riattivare rapidamente tutti i canali di dialogo, istituzionali e tecnici, per fare in modo che la Campania non perda l’opportunità di un nuovo progetto industriale di qualità, caratterizzato da sostenibilità e da un’alta ricaduta occupazionale”, conclude Martusciello.
cs