ARCHIVIONapoli, il sindaco e le delibere della rivoluzione «benecomunista»

admin01/05/2014
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Se tra i sostenitori del tuo sindaco figurano i Carc (Comitati di appoggio per la resistenza comunista) o Insurgencia, noto centro sociale napoletano, non puoi meravigliarti se poi apprendi che il Comune ha sdoganato l’esproprio dei beni, formalizzandolo in due delibere: è il minimo che possa accadere in una città come Napoli, la cui giunta ha adottato «le delibere più rivoluzionarie, seppur ideologicamente orientate, che siano state fatte»Lo ha detto Luigi De Magistris, cui non difetta la sincerità quando ne ammette il vizio d’origine, l’ideologia.

Tutti i proprietari di beni immobili (pubblici e privati, Chiesa inclusa) che non manifestino la volontà del loro utilizzo, se li vedranno acquisiti al patrimonio comunale, con una tabella di marcia precisa (150 giorni per le controdeduzioni) completata la quale o l’immobile resta nella sfera proprietaria oppure diventa “bene comune”, secondo la logica dell’ultima versione «occidentale» del comunismo. Il “benecomunismo”, appunto, materia per militanti orfani di radicalismo (apparente), studiosi e costituzionalisti irriducibili: che siano tutti, o quasi, sulla via che incrocia Beppe Grillo e Stefano Rodotà, questo è discorso a parte. 

A Napoli sbarcheranno le “Case del popolo”, appendice tosco-emiliana di un mondo impossibile da trapiantare, figuriamoci nell’ex capitale delle Due Sicilie. Dove il popolo spesso si fa plebe d’altri mondi, oltre ad aver già provveduto ad occupare l’occupabile. Se non fosse che spesso il bene diventa un bunker con Tv al plasma e comfort à la page, si direbbe che il lavoro sia stato inutile. Ovviamente, al netto dei casi disperati dei senza tetto veri che pur abbondano, come dappertutto.

Ma a Giggino, si sa, piace la roba forte per stomaci forti e queste due delibere vanno proprio ad incastro.

Il «guaio» risale in quella «funzione sociale della proprietà» (macigno analogo al «fondata sul lavoro» della nostra repubblica, tutti e due principi imposti dal Pci, al tempo delle trattive politiche post belliche, nella costituzione-più-bella-del-mondo che manda in sollucchero tifosi e girotondini delle varie declinazioni, salvo quando si tratta di garanzie e libertà individuali in rapporto al potere giudiziario) che condiziona il nostro diritto e che è fonte giuridica delle delibere. Ora dovrà approvarle il Consiglio con procedura preferenziale.

Facile prevedere una moltiplicazione paurosa del contenzioso, specie con l’impalcatura che ancora oggi regge il sistema-giustizia nel paese.

Gianni Lettieri, leader del centrodestra e sfidante al ballottaggio del sindaco, va dritto al cuore del problema: «La giunta arriva a legittimare le occupazioni abusive degli edifici pubblici incoraggiando chi usa la forza ad impadronirsene contro la legge». 

Peppe Rinaldi

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