NAPOLI- Si inaugurerà questa sera, alla presenza di Altan, nella nuova sede dell’Hde in via Giuseppe Fiorelli 12, la mostra “Le avventure della Pimpa”, esposizione che ospiterà 30 tavole originali, in bianco e nero, e 8 opere grafiche, coloratissime, della famosa cagnolina a pois, tanto amata da grandi e piccini. L’evento è inserito anche nel programma del Comicon Off.
La mostra avrà luogo fino al 29 aprile. (orari apertura: dal martedì al venerdì ore 10-13; martedì e giovedì anche ore 16-19)
Francesco Tullio Altan nasce a Treviso il 30 settembre 1942, e compie i primi studi a Bologna e poi a Venezia dove frequenta la Facoltà di Architettura.
Nel 1970 si trasferisce a Rio de Janeiro, dove crea il suo primo fumetto per bambini pubblicato da un quotidiano locale. Nel 1974 inizia a collaborare come fumettista per alcuni giornali italiani.
Nel 1975 realizza per il “Corriere dei Piccoli” uno dei suoi personaggi più riusciti in assoluto, la Pimpa, la cagnolina a pois rossi dalle lunghe orecchie che arriva come cartone animato in TV per la prima volta nel 1983 con la regia di Osvaldo Cavandoli e poi con una seconda serie nel 1997 con la regia del napoletano Enzo D’Alò. Il cartoon ha anche vinto anche il Premio Internazionale “Cartoons on the Bay”. Oltre alle tre serie di Pimpa (26 episodi da 5 minuti ciascuno, per ogni serie), Altan ha diretto anche 4 special di Pimpa dalla durata di 30 minuti ciascuno (dal 2003 al 2009, Pimpa una giornata speciale – Pimpa storia di Natale – Pimpa e l’anatroccolo Alì – e Pimpa e Olivia paperina).
Decennale è la sua collaborazione con riviste come L’espresso, Panorama e con il quotidiano La Repubblica per il quale disegna vignette di satira politica.
“La nascita della Pimpa è avvenuta per caso quando mia figlia aveva due anni e mezzo. Io ho semplicemente incominciato a fare dei disegni per lei e insieme a lei. Infatti la Pimpa richiama molto il modo di disegnare dei bambini piccoli. La Pimpa dà una veste ufficiale e pulita ad una maniera di esprimersi attraverso i disegni, che era quello di mia figlia”. (Altan)