ARCHIVIOAl cuore di mammà non si comanda: 6 mesi di reclusione per la madre di un consigliere regionale del Pd

admin31/03/2014
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Casillo Mario Pd

Cosa non fa cuore di mammà. Per un figlio tutto, se necessario sacrifica anche la vita: figuriamoci cosa possano mai essere sei mesi di galera -seppur in effigie- per aver voluto dargli una mano per la carriera politica.

Succede così che la madre di Mario Casillo (foto) consigliere regionale del Pd (ex leader dei «lettiani» di Napoli, poi deus ex machina della tormentata elezione della «renziana» Tartaglione, toccato anche lui dall’indagine per i rimborsi presunti farlocchi dei consiglieri regionali della Campania per un importo di poco inferiore ai 12mila euro) sia stata condannata a sei mesi di reclusione  e 1500 euro di multa per aver minacciato di sfratto l’inquilina di un suo appartamento se non avesse votato il figlio alle ultime elezioni regionali. Nel campionario delle «strategie» per convincere gli elettori una cosa del genere ancora non s’era sentita, almeno non sotto il profilo del coinvolgimento dei familiari nel defatigante impegno della caccia al consenso. Se non si fosse trattato di un fatto legato all’attività politica -quindi pubblica- e di una modalità di richiesta del voto oggettivamente stravagante, non ci sarebbe notizia: la madre non c’entra col figlio e viceversa se si tratta di questioni private. 

 

Il fatto risale a tre anni e mezzo fa quando Stefano Caldoro si preparava a spazzar via dalle stanze del potere un centrosinistra inchiodato lì da tempo immemore. La signora Amelia Balzano, non solo mamma di Mario ma anche moglie di Franco Casillo, a sua volta ex consigliere a Palazzo Santa Lucia, per dare una mano al proprio pargolo nella scalata al seggio ebbe l’infausta idea -a giudicare dalle carte giudiziarie e da quanto scritto sull’edizione napoletana del quotidiano Metropolis– di minacciare una signora ottantenne, tra l’altro invalida civile, di buttarla fuori di casa.

«O voti mio figlio o ti sfratto da qui», sarebbe stata l’intimazione all’indirizzo dell’anziana affittuaria: la quale, comprensibilmente, fu travolta dallo spavento, inaugurando un lungo periodo di ansia e preoccupazione. L’epilogo è dell’altro giorno, quando il giudice monocratico del tribunale di Torre Annunziata, Maria Concetta Criscuolo, ha deciso di comminare una pena diversa da quella richiesta dallo stesso pm: questi si era orientato verso un’attenuazione, limitandosi a proporre un decreto penale di condanna unito ad una sanzione pecuniaria di circa 23mila euro.

Il giudice invece ha deciso diversamente: 6 mesi di galera, 1500 euro di multa, 5mila euro di risarcimento danni e altri 2mila per la parte civile costituita. 

Peppe Rinaldi

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