Non finiscono mai i furbetti del cartellino, sembrano rigenerarsi man mano che vengono scoperti. L’altro giorno è capitato ancora, in Campania, nell’Asl napoletana di Arzano, distretto 42. Quando i carabinieri si sono presentati per controllare se gli impiegati fossero al loro posto, erano le 15 pomeridiane e ne mancavano sei, due medici e quattro dipendenti. Cerca di qua, cerca di là, telefona sotto, telefona sopra, erano ognuno affaccendato in un affare: il proprio.
Presi con le mani nel sacco si son visti ammanettare senza troppi imbarazzi da colleghi della funzione pubblica, cioè i carabinieri, che a differenza loro guadagnano stipendi molto più bassi per non dire dei controlli cui sono sottoposti.
Tra gli arrestati figurano due nomi che attirano l’attenzione più di altri, non foss’altro per la storiella famosa dei moralisti senza morale: uno è quello di Gerardina Speranza, ginecologo, dirigente Asl di prima fascia (circa 100mila euro annui solo di emolumenti pubblici) che avrebbe dovuto essere in ambulatorio e invece si trovava nel suo studio privato al Vomero, quartiere bene di Napoli. Ma tu guarda la coincidenza. L’altro è quello di Maurizio Savarese, di San Giorgio a Cremano che medico non è bensì un ordinario dipendente dello stato con garanzie, obblighi e stipendio del caso.
Ma cos’hanno i due di particolare? Il medico è una dirigente del Partito Democratico eletta nell’ultima tornata nell’Assemblea nazionale in una lista di sostegno per Gianni Cuperlo. Originaria della provincia di Salerno, la Speranza è stata anche segretario di sezione del Pd di Arzano, candidata alle «Parlamentarie», consigliere comunale ed assessore, candidata al consiglio provinciale di Napoli. Figura molto conosciuta nell’ambiente per l’impegno a favore dei malati di tumore attraverso una onlus da lei stessa fondata, si è lasciata ammanettare senza profferir parola. Ieri mattina è comparsa insieme agli altri cinque arrestati, dinanzi al giudice per la direttissima dopo una notte trascorsa ai domiciliari. Inutile dire che il segretario provinciale del Pd napoletano, Carpentieri, alla notizia ha inserito il solito gettone nel juke-box: «Abbiamo fiducia nella magistratura» e bla bla bla.
Savarese invece è ancora più in linea con il «fate come dico ma non fate come faccio»: è assessore comunale a San Giorgio in quota Centro Democratico che, per chi non lo sapesse, è una sorta di casa di riposo per alcuni reduci dell’Idv e di altre formazioni minori, tra cui quella dell’onnipresente Bruno Tabacci. Braccio destro di Nello Formisano ai tempi italovaloristi, a sua volta ex fedelissimo di Di Pietro prima della rovina, Savarese ha mostrato ai carabinieri il permesso per uscire dall’ufficio per recarsi in banca a depositare il contante dei ticket sanitari (sulla cui curva forse inciderà un certo assenteismo) pagati dall’utenza. E dunque? «Sono andato in banca, solo che c’era troppa fila e sono uscito». E’ tornato al lavoro, allora? «No, sono andato a casa mia». Semplice, no?
Intanto il giudice s’è dichiarato incompetente e ha rimandato tutto alla procura ordinaria per le valutazioni conseguenti: il che non lascia presagire nulla di buono per gli arrestati.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 17 gennaio 2014)