Il bollettino ufficiale della Santa Sede del 14 dicembre 2013 ha dato notizia della nomina del nuovo abate ordinario della SS. Trinità di Cava dei Tirreni nella persona di D. Michele Petruzzelli (foto) dell’abbazia benedettina di S. Maria della Scala in Noci presso Bari.
Priore claustrale di quel monastero sublacense fondato negli anni ’30 del Novecento, ma, che a dispetto dei recenti inizi, ha conosciuto una rapida crescita ben rappresentata dall’abate liturgista Mariano Magrassi, poi chiamato a succedere come arcivescovo di Bari al “titanico” mons. Enrico Nicodemo, da Andrea Riccardi definito “ultimo consul Dei”, D. Michele Petruzzelli rappresenta per la Badia di Cava una svolta in qualche modo epocale.
E’ infatti il primo monaco sublacense a diventare abate di un’abbazia ex cassinese, da quando, dallo scorso gennaio, la Sede Apostolica ha approvato l’incorporazione della congregazione cassinese nella sublacense, ponendo fine ad una divisione consumatasi nel 1867 in nome della “primitiva osservanza” dall’abate Casaretto. Inoltre, D. Michele Petruzzelli diventa abate ordinario della Badia di Cava, che, pur recentemente delimitata nella sua giurisdizione intra saepta monasterii, tra le mura del cenobio e nell’ambito delle sue dirette pertinenze, conserva tutta la sua autonomia da ogni vescovo circonvicino ed è annoverata, a pieno titolo, tra le venticinque diocesi campane.
La nomina del nuovo abate, approvata da Papa Francesco su proposta delle Congregazioni per i Vescovi e dei Religiosi, rappresenta anche una deroga all’ordinario strumento dell’elezione diretta da parte dei monaci, per come disciplinato dalla Regola di S. Benedetto, che però già prevedeva l’intervento del vescovo del luogo, qualora non ricorressero le giuste condizioni per un’elezione canonicamente valida dell’abate. Così la Santa Sede, ponendo fine ad un interregno iniziato nel novembre 2010 con il dimissionamento dell’abate Chianetta e con la contestuale nomina dell’abate Giordano Rota ad amministratore apostolico della Badia e quindi, a seguito della rinuncia di quest’ultimo, con l’ulteriore nomina di un amministratore ad nutum in persona del priore claustrale D. Leone Morinelli, ha provveduto in via definitiva all’ulteriore nomina di un successore di S. Alferio, da quando nel 1011, a voler seguire la cronologia divenuta classica del Cronicon Vulturnense, s’iniziò a popolare la SS. Trinità di Cava da parte di tre eremiti.
Nell’ultimo secolo, la Santa Sede ha provveduto tre volte di seguito alla nomina dell’abate, con Angelo Ettinger dal 1910 al 1918, nel vivo della prima guerra mondiale e con un nome di ascendenza tedesca all’origine di non poche incomprensioni, quindi con Placido Niccolini dal 1919 al 1928, poi divenuto vescovo di Assisi e, come tale, artefice del salvataggio di molti ebrei dal furore nazi-fascista della seconda guerra mondiale, e, ad ultimo, con Ildefonso Rea dal 1929 al 1945, passato poi alla storia come l’abate restitutor di Montecassino, “dove era e come era” per mandato di Pio XII, dopo l’inutile distruzione voluta emblematicamente dagli angloamericani nella ricacciata dei tedeschi attestati sulla linea Senger.
All’amministratore uscente D. Leone Morinelli è toccato il compito di dare l’annuncio della nomina nella solenne messa della III domenica di Avvento, meglio conosciuta come Dominica Gaudete. E’ la domenica che, liturgicamente, introduce alla gioia del Natale con la raccomandazione di S. Paolo ai Filippesi, assunta dalla Chiesa come antifona della messa, di “gioire sempre nel Signore, perché Egli è vicino”. Del tutto naturale, dunque, estendere la gioia della venuta del Signore nel Natale a quella, più terrena, di un abate che viene donato alla comunità monastica della Badia di Cava e nel cui monastero, per dettato della Regola di S. Benedetto, è chiamato a tenere le veci di Cristo.
Nicola Russomando
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