Chissà se le riflessioni di Papa Francesco sulla corruzione e sulla “Dea tangente” abbiano inciso sul destino di tutti i politici e pubblici funzionari arrestati nelle ultime ore. Dalla Sicilia alla Campania, passando per l’Abruzzo e la sempre attiva Puglia, il tira e molla tra guardie e ladri sembra orientato a non cessare. Dando per scontato -ma solo per un attimo- che le «guardie» abbiano visto giusto in ogni singolo caso senza fallire un colpo: il quadro che ne emerge non è tra i più entusiasmanti.
In Abruzzo anche le celebrazioni per i 150 anni della nascita di Gabriele D’Annunzio sembra siano state contrassegnate da mazzette e concussioni varie. Ieri mattina è infatti finito ai domiciliari, su ordine della procura di Pescara, l’assessore regionale del Pdl Luigi De Fanis: con lui la segretaria mentre altre due persone, interne all’apparato burocratico della Regione, sono state colpite da un obbligo di dimora. Tutti accusati da un organizzatore di eventi che avrebbe denunciato ai magistrati di aver subito pressioni per sovra fatturare i costi delle manifestazioni per poi rigirare una quota all’assessore De Fanis. «Mi servono per la mia campagna elettorale» avrebbe detto «l’ingenuo» assessore all’imprenditore che, allibito (dice), ha subito riferito al Corpo forestale dello Stato, intervenuto poi in forze con manette e perquisizioni.
Saltando più giù, in Sicilia, assistiamo all’ennesimo capitolo (di cui Libero ha dato conto al tempo per il profilo politico) dello scandalo formazione professionale. La procura di Palermo ha ordinato l’arresto di 15 persone, tutte dipendenti della Regione tranne un paio di imprenditori, con l’accusa di aver dirottato su conti correnti personali circa 500mila euro destinati, invece, al pagamento degli enti formatori. Un classico.
Per non farsi mancare nulla c’è poi sempre la sanità. Brindisi, per esempio: ieri 22 persone sono state arrestate per aver pilotato le gare d’appalto dell’Asl, tutte vinte, secondo l’accusa, da imprese amiche dei dirigenti e funzionari pubblici nel periodo tra il 2006 e il 2012. Ma se parli di sanità non puoi non parlare della Campania dove c’è sempre una stranezza all’ordine del giorno: nel bene e nel male. A Caserta l’altro giorno hanno arrestato l’ennesimo consigliere regionale, Angelo Polverino (Pdl), accusato di «maneggiare» troppo la locale Asl in tema di appalti per il servizio di pulizia.
Nulla, in verità, confrontando il tutto con i doppi pagamenti di fatture scoperti all’Asl Napoli 1 per la modica cifra di 32 milioni di euro. Qui di manette non si ode il tintinnio. Almeno non ancora.
Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 13 novembre 2013)