ARCHIVIOIl giallo Lavitola-Finmeccanica: l’indagine che terrorizza Silvio

admin15/10/2013

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Al momento sono soltanto due destini che si incrociano condividendo una data sul calendario: quella del 23 ottobre prossimo, tra otto giorni, quando Silvio Berlusconi e Valter Lavitola saranno «giudicati» processabili o meno dal gup Amalia Primavera in relazione alla vicenda della compravendita dei senatori per far cadere il governo Prodi del 2008. Il cosiddetto caso De Gregorio, insomma. 

Non è scontato, però, che le cose non possano mutar d’indirizzo e avviare una nuova via crucis per tutti i protagonisti di queste strane storie giudiziarie, a partire dall’ex presidente del consiglio: nel senso che gli incubi di Silvio Berlusconi, apertamente manifestati nel corso degli ultimi tempi, potrebbero assumere forma concreta con «nuovi razzi» in partenza dalla procura di Napoli. Il Cavaliere è terrorizzato, comprensibilmente, all’idea che dal centro direzionale arrivi l’ordine di mettergli le manette, ne è quasi certo, lo ripete spesso ai suoi collaboratori. Delirio persecutorio? Non sembrerebbe (in genere, il Cav, su queste cose la indovina) visto che le voci finora incontrollate di provvedimenti nei suoi confronti -pur smentite in estate dal capo della procura partenopea, Giovanni Colangelo– iniziano a prendere forma. Per la sostanza ci sarà da attendere l’evoluzione delle cose.

Quel che intanto filtra tra le stanze ed i corridoi del palazzo va in una direzione «problematica» e tira ancora in ballo Lavitola, tornato da pochi giorni a Regina Coeli a causa di una misteriosa evasione dai domiciliari che difficilmente mancherà di riservare ulteriori sorprese. Stiamo parlando dell’inchiesta per corruzione internazionale di Finmeccanica, condotta dai pm Woodcock e Piscitelli, e dei suoi potenziali mille rivoli affluenti del filone principale. Un’indagine che vede l’ex direttore dell’Avanti già coinvolto per il business delle galere «modulari» da costruire in centro America (volume d’affari 180 milioni di euro circa). A marzo di quest’anno i magistrati napoletani hanno arrestato l’imprenditore Angelo Capriotti: sembra che costui abbia svelato numerosi retroscena ai pm, descrivendo i meccanismi di funzionamento delle mediazioni negli appalti internazionali. La qual cosa coinciderebbe con le ripetute domande fatte in un recente interrogatorio a Berlusconi proprio su Capriotti dai magistrati di Roma che indagano su un altro filone di Finmeccanica. Mettendo insieme i tasselli chiunque si allarmerebbe, figuriamoci chi da vent’anni «gioca» a guardie e ladri con la magistratura.

Ma non finisce qui perché c’è da capir meglio cosa sia accaduto l’altro giorno a Roma con Lavitola, finito di nuovo in galera. L’ex «grande amico» di Sergio De Gregorio, sarebbe evaso dalla propria abitazione romana ma il braccialetto elettronico non avrebbe segnalato spostamenti anomali: in più, il giornalista salernitano, sarebbe pure stato informato da ignoti emissari (ma di chi?) che era spiato da telecamere e cimici, tant’è che si parla di un fermo immagine con Lavitola che fissa una delle telecamere piazzate sul pianerottolo dalla polizia giudiziaria finché questa non scompare con tutto il contenuto. Un mistero nel mistero che sembra abbia determinato gli inquirenti romani (i quali, evidentemente, stavano indagando ancora tenendo d’occhio il giro di visite eventuali) a richiamare in fretta e furia il detenuto in una cella di Regina Coeli.

Peppe Rinaldi (dal quotidiano “Libero” del 15 ottobre 2013)

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